Siate miei Discepoli

a cura di paolo (0 commenti)

Week-End Spirituale: Siate miei discepoli !

“Siate mie discepoli” è questo il titolo che l’equipe della pastorale giovanile dell’ordine delle suore Pallottine ha scelto per il week-end spirituale da loro organizzato, che si è svolto a Minturno dal 28 al 31 ottobre 2016. Così è cominciato per noi giovani dell’Azione Cattolica di Melizzano il nuovo anno associativo 2016-2017, partecipando a questo breve ma profondo campo spirituale e non vi poteva essere modo migliore. Un ritiro che ci ha permesso di aprire davvero gli occhi sul rapporto che noi giovani abbiamo con Dio. 

La parabola del “Figliol Prodigo” ci ha guidati in questi tre giorni; grazie a padre Ezio abbiamo evidenziato tutti gli aspetti di questa parabola sottolineando il comportamento del figlio minore che decide di allontanarsi dal Padre. Ci siamo immersi nella parabola contestualizzandola su di noi e sul nostro rapporto con Dio, osservando che i giovani ormai si sono allontanati dalla Chiesa, casa di Dio. 

I segni più evidenti di una tale incredulità e distacco nei confronti di Dio e della Chiesa sono almeno tre: una profonda ignoranza della cultura biblica; una scarsa partecipazione alla formazione cristiana post-cresimale; una notevole disinvoltura nel disertare l'assemblea eucaristica domenicale. 

Sicuramente la società ha influito su questo atteggiamento disinteressato nei confronti della Chiesa, infatti i giovani si inseriscono in una società che è mutata radicalmente portando a considerare la realtà della fede come qualcosa di estraneo e di inutile. 

Basti pensare: al 1859 quando Darwin dà alle stampe “l’origine delle specie”, un testo con la quale sottrae la comparsa dell’uomo sulla terra dal legame di Dio; alla nascita del relativismo nel primo decennio del Novecento che installa nella vita dell’uomo occidentale europeo l’alternativa di tante verità, quanti sono i pensieri dell’uomo; al secondo dopoguerra ove vi è una nascita della società scientifica e tecnologica; al 68’ l’anno in cui si compiono le profezie di Nietzsche “Vietato Vietare”;  gli anni 80’ e 90’ in cui vi è stata una decisa svolta contro la forza dell’autorità. 

Inoltre le nuove generazioni sono nate da genitori ampiamente investiti dall’avvento della cultura postmoderna e quindi dal suo lento ma non per questo meno inesorabile divenir “estranea” al cristianesimo. 

Anche la Chiesa fatica a riconoscere questa generazione, di credenti non praticanti, ma continua nell’ ordinaria amministrazione delle cose ovvero molte parrocchie presenti sul territorio nazionale sono tutte “messe e rosari” forme di preghiera che, se non sono inserite in un vissuto credente, non permettono un accesso immediato soprattutto da parte dei giovani. 

Questi sono stati tutti i punti su cui, padre Ezio, suor Anna e suor Sisily, ci hanno fatto riflettere e condividere pensieri, approfondendoli con attività e momenti di meditazione e preghiera, arrivando alla conclusione che tutte queste carenze educative e di presenza, producono un vuoto interiore nei giovani spingendoli a trasgredire. 

Anche il figliol prodigo trasgredisce, ma comprende alla fine che la libertà di fare tutto ciò che piace ha come prezzo l’impoverimento della propria personalità, ovvero la perdita della dignità di essere figlio. Infatti prima di andar via era figlio, dopo essere scappato la sua libertà lo ha portato a divenire schiavo. Questa esperienza di vuoto lo porta a scoprire finalmente la statura morale di suo padre. 

Anche Dio rispetta la libertà dei suoi figli… Il padre lascia partire suo figlio senza proferir parola, ma alla fine la grandezza del Padre si nota nel gesto d’amore che compie al ritorno di suo figlio: “Ebbe compassione, gli corse incontro, gli si gettò al collo e lo baciò”. Ma noi giovani siamo disposti a ritornare da nostro Padre? Siamo sicuri di riconoscerlo? Cosa cerchiamo? Quest’ultima è stata la prima parola pronunciata da Gesù riportata nel vangelo di Giovanni, quando i discepoli di G. Battista decidono di seguirlo, Gesù allora chiese loro: “cosa cercate?” 

Questa domanda fa capire che si può andare dietro Gesù anche con desideri insufficienti o addirittura sbagliati.

Questi tre giorni di campo ci hanno aiutato a comprendere molte cose. Noi giovani dobbiamo essere disposti a ritornare dal Padre, che è pronto ad abbracciarci e a riconoscerci suoi figli, però vi è bisogno di quel passo che ci permetta di cercarlo per andare verso di Lui, cercare di andare controcorrente rispetto a tutte le problematiche elencate. 

Quest’ultimo messaggio ci è stato trasmesso anche attraverso la visione del film “i passi dell’amore”, che parla di un ragazzo il quale per amore è disposto a voltare pagina, lasciando quelle che sono le trasgressioni presenti nella sua vita, comprendendo che c’è molto di più, che ci sono valori più importanti come la Fede e la libertà dei figli di Dio. 

Abbiamo concluso il nostro ritiro con una intensa Adorazione Eucaristica, momento in cui abbiamo incontrato e parlato con Gesù, attraverso canti e preghiere che provenivano dal cuore di ciascuno. E’ stato un campo che ha scosso sicuramente noi tutti, ci ha chiamati in causa, e noi siamo pronti a cercare il nostro Dio, continuare sui nostri passi che ci porteranno nella sua Casa, «Maestro dove abiti ? –“Venite e vedrete”». “Siamo tuoi discepoli!

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