La Conversione come cammino e percorso di santità
a cura di paolo (0 commenti)

Il tema principale del tempo santo di Quaresima è la “conversione”. E in questa Quaresima, ogni mercoledì, stiamo riflettendo sul tema della “conversione” ogni volta da una prospettiva diversa basando la nostra riflessione su diversi e bellissimi insegnamenti di Papa Francesco. Il tema della nostra riflessione di oggi è “La Conversione come cammino e percorso di santità”. Questa riflessione si basa sull'esortazione apostolica di Papa Francesco "Gaudete et Exultate", pubblicata il 19 marzo 2018.
‘Gaudete et exultate’ è un testo che possiamo usare per tutto il periodo di quaresima come un mezzo concreto per prepararci alla Pasqua, ma in un modo non tanto per fare penitenza ma per esercitarci in consapevolezza. Questa esortazione ci invita a riscoprire la santità nel mondo contemporaneo. Parlando di santità Papa Francesco dice: “Santità significa camminare alla presenza di Dio senza rinfacciare”.
La santità è un viaggio; la santità non si può comprare, né si può guadagnare con le forze umane. È un viaggioche si deve farealla presenza di Dio. Nessun'altro può farlo per te. Si può pregare perché qualcuno sia santo, ma ogni persona deve lavorare per la santità. La chiamata alla santità è per tutti i cristiani, indipendentemente dal proprio status nella vita. “Siete santi, perché io sono santo”, dice il Signore nel Libro del Levitico 11:44, e nella prima lettera di Pietro 1:16.
Leggiamo in Lumen Gentium 11 che tutti i fedeli, di ogni stato e condizione, sono chiamati dal Signore, ognuno per la sua via, a una santità la cui perfezione è quella del Padre celeste. La semplice santità di tutti i cristiani può essere raggiunta solo con l'aiuto di quattro elementi essenziali: il coraggio, la speranza, la grazia (divina) e la conversione. Questa sera, rifletteremo su vari aspetti della conversione.
Parlando di conversione, Papa Francesco dice: «Conversione, ogni giorno, non significa che ci si deve picchiare come penitenza per aver commesso un male:...». Parla invece di piccole conversioni che ognuno può fare nella propria vita quotidiana. Continua: «Se riesci a non parlare male di un altro, sei sulla buona strada per diventare santo. È così facile.
Ogni volta che vuoi criticare un vicino, un collega, morditi un po' la lingua. La lingua si gonfierà un po', ma il tuo spirito sarà più santo in questo viaggio”. Il cammino verso la santità è semplice. La vita cristiana richiede impegni concreti e combattimenti spirituali per crescere nella santità. Non c'è cammino verso la santità senza qualche rinuncia e senza un combattimento spirituale.
La conversione è una grazia che dobbiamo sempre chiedere: “Signore, dammi la grazia di migliorare. Dammi la grazia di essere un buon cristiano”. San Vincenzo Pallotti pregava così fin dalla sua infanzia. Nel Vangelo di Matteo capitolo 21, abbiamo la parabola di un padre che chiede ai suoi due figli di andare a lavorare nella sua vigna. All'invito del padre, il primo figlio risponde impulsivamente: "No, non ci vado", ma poi si pente e va: invece il secondo figlio, che risponde subito "sì", in realtà non lo fa. L'obbedienza non consiste nel dire "sì" o "no", ma nell'agire, nel coltivare la vigna, nel realizzare il Regno di Dio, nel fare il bene.
La vita cristiana esige conversione, allo stesso tempo Dio è paziente con ognuno di noi. Dio non si stanca, non desiste dopo il nostro “no”; ci lascia liberi anche di allontanarci da Lui e di sbagliare. Ma Egli attende con ansia il nostro “sì”, per accoglierci nuovamente tra le sue braccia di Padre e per ricolmarci della sua sconfinata misericordia.
La nostra identità cristiana è che siamo figli, caria Dio. Questa è la nostra forza: siamo amati da Dio. Riconoscere questa verità richiede una conversione in un modo che ci porta a pensare alla santità. A volte, enfatizzando troppo i nostri sforzi per fare opere buone, abbiamo creato un ideale di santità troppo basato su noi stessi, sulla nostra eroicità personale, sulla nostra capacità di rinuncia, sulla nostra disponibilità al sacrificio di noi stessi per ottenere una ricompensa.
Questo a volte può apparire come un modo eccessivamente “palagiano” di vedere la vita e la santità. Corriamo il pericolo di trasformare la santità in una meta irraggiungibile. Così abbiamo separato la santità dalla vita quotidiana. Ma papa Francesco ci chiede di cercare intorno a noi modelli di santità, “I santi della porta accanto”.
Papa Francesco afferma in Gaudete et exultate 14 che la santità non consiste in pochi gesti eroici, ma in tanti piccoli atti di amore quotidiano. “Sei una consacrata o un consacrato? (allora) sii santo vivendo con gioia la tua donazione. Sei sposato, sii santo amando e prendendoti cura di tuo marito o tua moglie, come ha fatto Cristo con la Chiesa. Sei un lavoratore?
Sii santo compiendo con onestà e competenza il tuo lavoro al servizio dei tuoi fratelli e delle tue sorelle”, e possiamo aggiungere noi, lottando per la giustizia dei tuoi compagni, perché non rimangano senza lavoro, perché ricevano sempre un giusto salario. “Sei genitore o nonna o nonno? Sii santo insegnando con pazienza ai piccoli a seguire Gesù. Hai autorità? Allora sii santo lottando a favore del bene comune e rinunciando ai tuoi interessi personali”.
Essere discepoli di Gesù e avanzare sulla via della santità significa innanzitutto lasciarsi trasfigurare dalla forza dell'amore di Dio. Non dimentichiamo mai il primato di Dio sull'io, o dello spirito sulla carne, della grazia sulle opere. Come sono amato così posso amare gli altri. Come Dio mi ama, così posso amare gli altri. La vita cristiana è proprio così semplice. Vedere sempre Gesù negli altri. Non complichiamolo, dice Papa Francesco.
Oggi siamo in guerra, ossia in una lotta contro il nemico/diavolo. Il male dell'odio, della guerra, dell'egoismo, dell'indifferenza e dell'orgoglio ci trattiene o ci frena dal cercare Dio e la sua volontà. Qual è l'arma per vincere questa battaglia? Abbiamo bisogno di Santi. Abbiamo bisogno di persone che vivono Le beatitudini nella loro vita quotidiana.
Possiamo immaginare cosa farebbero al mondo altre 12 Madre Teresa? Ognuno di noi può diventare santo. È una nostra libera scelta. Peter Kreeft dice che c'è solo una ragione per cui non sei un santo ed è "non vuoi davvero esserlo". Cosa ci trattiene o frena veramente dal diventare santi? T. S. Eliot nei ‘FourQuartets’ dice cosa significa essere cristiani: “La vita cristiana è una condizione di completa semplicità che costa non meno di tutto”. Dobbiamo essere disposti a dare il nostro 100%, una completa sottomissione, un fiat come Maria nostra Madre. Quel fiat fece scendere Dio per salvare il mondo. Dobbiamo fare lo stesso.
Una volta un Vescovo chiese a uno dei suoi sacerdoti della diocesi la sua opinione sui modi da seguire per aumentare le vocazioni al sacerdozio. Il sacerdote rispose: “Il modo migliore per attirare gli uomini in questa diocesi al sacerdozio, vostra Eccellenza, sarebbe la tua canonizzazione”.In Gaudete et exultate Papa Francesco ci indica un’altra strada, di vivere intensamente le Beatitudini ad esempio di Gesù.
In questo mondo di guerra, divisione, sofferenza, intolleranzaci sono ampie opportunità per vivere secondo le beatitudini.Nel vangelo odierno abbiamo ascoltato una madre esprimere il desiderio che i suoi figli siano vicini a Gesù, un desiderio che tutti noi condividiamo. Questo è il momento opportuno per domandarci, che dobbiamo fare per stare vicino a Gesù, cioè ad essere santi?
Preghiamo attraverso l’intercessione di Maria che è la santa tra i santi, la più benedetta, colei che ci mostra la via della santità e ci accompagna. Lei non accetta che quando cadiamo rimaniamo a terra,ma a volte ci porta in braccio senza giudicarci. Conversare con lei ci consola, ci libera e ci santifica. Chiediamo che lo Spirito Santo infonda in noi un intenso desiderio di essere santi per la maggior gloria di Dio e incoraggiamoci a vicenda in questo proposito. Così condivideremo una felicità che il mondo non ci potrà togliere.
P. Rahul Philips, SAC