Celebrazione 100 anni di Storia Sacra della nostra Casa Madre: 1925 – 2025

a cura di paolo (0 commenti)

La Casa di Via di Porta Maggiore continua ad essere la "Casa Madre", pronta ad accogliere tutte le Suore che vi si recano, qualunque sia la provenienza, poiché è stata e rimane la Prima Casa Madre della Congregazione.

Buon pomeriggio a tutti! Porgo un vivo ringraziamento a Padre Hanas, a tutti i nostri Confratelli, a Padre Nicolas, alla Madre Stella e Madre Ivete, a tutte le Capitolari, alle Suore Missionarie dell’Apostolato Cattolico, alle Suore Francescane, vicine di casa… alle Superiore e Suore tutte!

Celebrare, oggi, 100 anni di Storia della nostra Casa Madre, è stata pensata in questi giorni, per il solo motivo che è la festa di Famiglia, la Festa della Congregazione, ed è importante che ci siano tutte le rappresentanti di ogni nostra Provincia. Ecco perché l’abbiamo voluta oggi: desideriamo ringraziare insieme il Signore della nostra Storia.

Benvenuti alla Celebrazione di Ringraziamento al Signore ed a tutte le nostre amate consorelle che ci hanno precedute! Sono le “nostre radici” e noi godiamo per la Storia Sacra di ciascuna e per il Carisma apostolico che ci hanno trasmesso con la loro vita umile, operosa e nascosta.

Celebrare e raccontare 100 anni, non è né semplice e né possibile… ma, almeno, vogliamo conoscere i momenti salienti e questo è importante per ciascuno di noi: è come la linfa vitale, che scorre ancora nella mente e nel cuore di tutte e ci fortifica e ci dona nuova “passione”.

Certamente la Casa Madre, non è nata come un fungo, ma stata costruita nel tempo.
Prima di tentare di descrivere la Casa Madre, sembra doveroso ed opportuno ricordare che le nostre prime consorelle, per molti anni, non hanno avuto una casa propria, quindi si sono dovute adattare a situazioni mutevoli e precarie.

La culla della loro nascita e della prima crescita, fu la Pia Casa di Carità, in Via Sant’ Agata dei Goti, Roma. La casa fu aperta da San Vincenzo, per accogliere le bambine orfane e moralmente “in situazione di pericolo”.

Nello stesso tempo, il Fondatore pensò a dare vita ad una "comunità di donne santamente dirette". Con l'aumento delle bambine, che San Vincenzo intendeva accogliere e sistemare, gli spazi per le Suore si facevano sempre più ristretti; dovettero, perciò, adattarsi a situazioni sempre nuove e di disagio.

Questo stato di precarietà si protrasse dal 1838 al 1875, quando fu dato loro in affitto un appartamento in Piazza S. Rufina, Via della Lungara, 231(Trastevere)

Nel 1913, per decisione degli amministratori della Pia Casa, le Suore dovettero lasciare anche l'appartamento a Piazza S. Rufina. La Superiora Generale, Madre Margherita Tarozzi, si rivolse al Santo Padre Pio X, il quale benevolmente e per mediazione del Vicariato di Roma, concesse loro un appartamento in Piazza San Salvatore in Campo.

Fu questa la casa "S. Giuseppe" che divenne anche sede della Curia Generalizia e del Noviziato della Congregazione.
Queste situazioni transitorie non potevano soddisfare del tutto la comunità, per cui, la Madre Margherita, accogliendo anche il desiderio delle Suore, si prodigò in ogni modo per dare all'Istituto una Casa propria.

Fatti i dovuti calcoli, come l'evangelico costruttore della torre, ma fidandosi soprattutto nelle Divina Provvidenza, acquistò un terreno in Via di Porta Maggiore.

All'epoca i terreni della zona di Porta Maggiore erano coltivati a vigneti. Con grande coraggio e con la collaborazione di tutte le Suore, che andavano a piedi, per risparmiare il denaro dei biglietti per la carrozza; si dedicavano ai lavori femminili: ricamavano, lavoravano ai ferri, all’uncinetto: sciarpe, guanti, calzini… ad andavano a venderli a Piazza Vittorio… Madre Margherita diede inizio alla costruzione, con un progetto molto grande, per quell'epoca, con scarse risorse, ma con grande fede.

La costruzione richiese due anni di lavoro, e fu inaugurata il 22 settembre del 1925, mentre la carissima Madre Margherita tornò al Padre il 16 giugno dello stesso anno, senza poter entrare nella Casa per la quale aveva fatto tanti sogni e tanti sacrifici. Ma il Signore le aveva preparato altra dimora, la volle accanto a sé.

La Casa, come tutt'ora si può costatare, desta ammirazione per la sua imponenza e grandezza, per la linearità e bellezza, anche nello stile architettonico e per quel che offre di praticità: si può dire che ogni piccolo o grande spazio è bene utilizzato.

Questa fu la Prima Casa di proprietà della Congregazione e divenne subito: Casa Generalizia e sede del Noviziato.
In memoria di Madre Margherita le Suore hanno voluto lasciare un Segno concreto e perenne; di fronte alla scala principale, una lapide la ricorda così: SUOR MARIA MARGHERITA TAROZZI, dal 1911 al 1921:
Superiora Generale delle Suore di Carità Pallottine, con amore cure e sacrifici ideò e condusse a termine questa Casa che solo in cielo le serbava Iddio, la gioia di vedere aperta alle Opere di carità, cui aveva dedicato tutta la sua vita umile e grande.

Fin dall'inizio, le Suore si impegnarono, con lungimiranza, ad utilizzare la Casa anche per un’opera sociale: l'accoglienza di persone che avevano bisogno di calore umano, di assistenza, di aiuto.

Gli anni 1939-1943 furono travagliati dalla seconda guerra mondiale che, anche in Italia, seminò distruzione e morte.

A Roma, oltre al bombardamento di San Lorenzo, non mancarono pericoli, minacce e devastazioni. La nostra Casa confina con l'enorme stabilimento della FIAT,  che in quell'epoca fu occupato dai tedeschi.

Alcune delle nostre Suore, tra cui Madre Angelina Torti, di cara memoria, si recavano ogni giorno alla FIAT a preparare il vitto per i soldati tedeschi, dai quali ricevevano, come compenso, un po' di minestra per la comunità, che scarseggiava di viveri.

La comunità dovette subire anche le conseguenze di un brutto incidente, ossia lo scoppio di un carro armato posizionato davanti la Casa, e che oltre a danneggiare l'edificio della FIAT, provocò danni, fortunatamente riparabili, anche alla nostra Casa.

Terminata la guerra, la Casa Madre accolse tutte le Suore delle comunità locali, le quali, per difendersi dalle incursioni aeree, si erano rifugiate nei casolari di campagna e in nascondigli più sicuri, adattandosi a vivere di stenti, di paure, di privazioni, ma sempre unite al Signore, che presto le avrebbe ricondotte a casa. Il ritorno a Casa e l'incontro con le consorelle fu veramente commovente e colmo di gioia e di gratitudine al Signore che le aveva salvate da tanti pericoli.

Nell'anno 1950, Anno Giubilare per la Chiesa Cattolica, la Superiora Generale, Madre Marta Mazziotte, con il suo Consiglio decisero di costruire la Cappella ed il salone sottostante, prolungando un'ala della Casa. La Cappella, pur nelle linee sobrie, semplici e lineari, con simboli molto significativi, è un grande dono per la Casa e per tutte le Suore che, nel futuro, ne avrebbero usufruito.

In questa Cappella si sono celebrati importanti Anniversari e tanti Giubilei di Consacrazione religiosa; nel 1975 si è celebrato il 50° anniversario di Fondazione della Casa, presieduto da Sua Eminenza Cardinale Luigi Traglia. Anche molti Capitoli Generali e Provinciali, si sono svolti qui. La Casa accoglie continuamente le Suore, per gli Esercizi Spirituali, incontri di Formazione Permanente e per le Assemblee Provinciali.

Contemporaneamente alla Cappella, è stato costruito il terzo piano sullo stabile esistente, ampliando, così, la possibilità di accoglienza.
Come già detto, il terreno che Madre Margherita aveva acquistato era coltivato a vigneti, quindi anche la parte non costruita, per molti anni restò terreno coltivato ad ortaggi e con vari alberi da frutta.

L'orto divenne giardino, come si può vedere allo stato attuale; negli anni 60, la zona, di cui sopra, fu trasformata in palestra esterna, ad uso delle alunne della scuola. Oggi viene usata come parcheggio per le macchine degli ospiti della casa.

Negli anni 50, 60, e 70 la Casa si è arricchita di una bella presenza di ragazze di Collegio. Infatti vi furono accolte bambine e ragazze da 6 a 18 anni, figlie di papà invalidi di guerra; a queste minori veniva offerta l’assistenza e lo studio, fino al Diploma Magistrale. In seguito, per Legge, vennero eliminati i Collegi e, nella Casa, si sono aperte scuole di vario grado: Materne, Elementari, Medie ed un Istituto Magistrale per la formazione delle Maestre. Nello stesso periodo si accolsero studentesse universitarie.

Quindi una bella numerosa famiglia, da formare nello spirito e nell'ideale di S. Vincenzo Pallotti.

Nella Casa Madre, allora, c'era una bella comunità, formata anche di tante giovani Suore, forti e volenterose. Bastava organizzarle ed entusiasmarle.

La scuola, in seguito al mutamento della situazione sociale, venne a perdere gradatamente gli alunni e fu definitivamente chiusa nel 2001.

Le Superiore studiarono le modalità, per sostituire la Scuola con un'altra Opera. L'ambiente e l'ubicazione della stessa Casa erano favorevoli all'accoglienza di "pellegrini", che venivano a visitare Roma.

Quindi si diede un nuovo assetto allo stabile, per renderlo idoneo all'accoglienza e conforme alla legislazione vigente. Si diede così vita ed organizzazione alla "Casa per ferie".

La Casa, pur con questa innovazione, non ha affatto perso lo spirito caritativo-educativo, anzi si è esteso a molte più persone, le quali, oltre al buon servizio, strettamente inteso, portano con sé il clima di accoglienza, di pace, di preghiera e di benevolenza, come sempre viene testimoniato.

Dal 1973 la Casa di Porta Maggiore è divenuta "Casa Provinciale" della Provincia Regina Apostolorum; nel 1976 la Curia Generalizia si è trasferita a Grottaferrata e vi è rimasta fino al 2009, quando il nuovo Governo Generale si è trasferito a Roma in Via Caio Canuleio, 162; in una parte della casa “Mater Divini Amoris”.

La Casa di Via di Porta Maggiore continua ad essere la "Casa Madre", pronta ad accogliere tutte le Suore che vi si recano, qualunque sia la provenienza, poiché è stata e rimane la Prima Casa Madre della Congregazione.

Iniziamo la Celebrazione Eucaristica ed insieme, rendiamo grazie al Signore, perchè il Suo Amore infinito è sempre vivo in noi e nella nostra Storia.

 

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