Marzo, mese dedicato a San Giuseppe
a cura di paolo (0 commenti)

Il Vangelo (Mt 1,16. 18-2.24) ci dice che Giuseppe era “giusto”, cioè un uomo di fede, che viveva la fede.
Un uomo che può essere elencato nella lista di tutta quella gente che ha vissuto la fede come fondamento di ciò che si spera, come garanzia di ciò che non si vede, e la prova non si vede.
Giuseppe è uomo di fede: per questo era “giusto”.
Non solo perché credeva ma anche perché viveva questa fede.
Uomo “giusto”.
E’ stato eletto per educare un uomo che era uomo vero ma che anche era Dio: ci voleva un uomo capace di essere uomo e anche capace di parlare con Dio, di entrare nel mistero.
Un uomo capace di parlare con il mistero di Dio.
Non era un sognatore.
Entrava nel mistero.
Con la stessa naturalezza con la quale portava avanti il suo mestiere, con questa precisione del suo mestiere: lui era capace di aggiustare un angolo millimetricamente sul legno, sapeva come farlo; era capace di ribassare, di ridurre un millimetro del legno, della superficie di un legno.
Giusto, era preciso.
Ma era anche capace di entrare nel mistero che lui non poteva controllare.
Questa è la santità di Giuseppe: portare avanti la sua vita, il suo mestiere con professionalità; e al momento, entrare nel mistero.
(Cfr. Papa Francesco, Meditazione mattutina, 19 marzo 2020)