Camminare con la Chiesa
a cura di paolo (0 commenti)

Suon Beniamina Tropiano, CSAC, responsabile della Comunità di Riposto (CT), fa parte dell’Equipe responsabile per il cammino sinodale della Diocesi di Acireale. Il 27 aprile 2022, i membri dell’Equipe, hanno presentato la sintesi del lavoro fatto al Vescovo Antonino Raspanti.
Riportiamo di seguito l’articolo di Nello Pietropaolo.
“Reso noto dalla diocesi di Acireale, nel corso di un incontro avvenuto in Cattedrale alla presenza del Vescovo Raspanti, il documento riassuntivo su quanto emerso durante il “Cammino sinodale”, svolto a partire dall’ottobre scorso, avendo raccolto idee, suggerimenti e progetti che guardano appunto al “Cammino” che la Chiesa locale intende intraprendere.
Quasi tutte le Parrocchie sono state coinvolte nelle loro diverse espressioni, mettendo in luce anche dubbi sull’operato attuale. E’ emersa una solitudine diffusa, conseguenza non solo della pandemia, come frutto di un allontanamento graduale e inesorabile, a cui si assiste, dei fedeli. Ciò viene fatto risalire a due motivazioni: da un lato una società che sta attraversando un rapido cambiamento, dall’altro un clero che a volte si percepisce distante e contraddittorio.
Cinque i punti cardini individuati su cui “lavorare”, sia in ambito locale, ma anche a livello Chiesa: al centro di tutto Cristo, poi, a seguire, ascolto, accoglienza, corresponsabilità e infine distanza dai giovani e dalle famiglie.
Si vuole perciò una Chiesa che esca dalle proprie mura, più generosa, aderente allo spirito del Vangelo. La parrocchia deve preoccuparsi di valorizzare la qualità della proposta educativa, spirituale e umana, cercando di recuperare un cristianesimo sociale.
Una delle prerogative essenziali riconosciute, rimane quella di essere attenti ai bisogni del territorio dove si vive e delle persone che vi abitano, facendo crescere la dimensione caritativa.
Da molti fedeli non viene poi notata la capacità di rivolgersi facilmente verso quanti vivono contesti matrimoniali irregolari o ancora verso omosessuali, emarginati, poveri, malati, immigrati, con il rischio concreto perciò che l’accoglienza rimanga nella sfera concettuale.
Sui sacerdoti (tutti confermano la loro necessaria guida) tuttavia il giudizio espresso è piuttosto severo nei loro riguardi, poiché visti, fra l’altro, più come burocrati che testimoni di fede, con linguaggio sovente autoritario, molte prediche ma poco credibilità di vissuto spirituale.
Dai più giovani è giunta una risposta forte di cambiamento, aprendo al dialogo con il coraggio di affrontare pure temi complessi.