Verso la beatificazione di Elisabetta Sanna

a cura di paolo (0 commenti)

Verso la beatificazione di Elisabetta Sanna

Il 17 settembre 2016 si avvicina.

La Famiglia pallottina si prepara a vivere questo grande avvenimento con grande gratitudine al Signore che trionfa sempre sul bene.

E’ una grazia per tutti avere un “membro pallottino” beato.

E’ una proposta rivoluzionaria che Dio offre alla vita di ciascuno perché nell’imitare il bene se ne produca altro.

Mi piace soffermarmi su tre aspetti della vita di Elisabetta:

  1. L’amore verso Dio
  2. L’amore verso la Madonna
  3. L’amore verso l’Unione dell’Apostolato Cattolico.

 

  1. L’amore verso Dio

Don Raffaele Melia, Superiore  Generale dell’Unione, subito dopo San Vincenzo, nonché suo intimo amico e fratello, così scrive di Elisabetta: “Vedeva Dio dappertutto e lo adorava in tutte le cose. L’amore di Dio era la sua vita, non era soltanto superiore ad ogni altro amore, Dio era il suo padrone assoluto. Ogni più grande interesse scompariva di fronte a qualsiasi interesse di Dio, anche il più piccolo. Diceva spesso. -Mio Dio, vi amo sopra tutte le cose”.

Ecco il primo insegnamento che ciascuno di noi deve desiderare e cercare come “perla preziosa”: amare Dio, cercarlo sempre ovunque e riconoscerlo.

 

  1. L’amore verso la Madonna

Elisabetta, alla scuola di Vincenzo, suo maestro spirituale, la sua viva devozione mariana trovò nuove forme espressive.

La sua poverissima stanzetta si trasformò in un piccolo santuario mariano e davanti all’immagine della Virgo Potens, si riuniva la gente a pregare con lei. Come San Vincenzo, anche lei ripeteva “Vorrei amare Maria come l’ha amata Dio Padre, come l’ha amata il Figlio, come l’ha amata lo Spirito Santo…”

Mai come oggi abbiamo bisogno di preghiera vera e nessuno come Maria può condurci sulla diritta via.

 

  1. L’amore verso l’Unione dell’Apostolato Cattolico.

La terza perla che riceviamo da Elisabetta è l’interesse per l’UAC (Unione dell’Apostolato Cattolico).

Dopo la morte di Vincenzo in Elisabetta questo interesse cresceva ogni giorno di più: curava lei gli arredi sacri e la biancheria per la Chiesa del Santissimo Salvatore in Onda, cuciva camicie, faceva calze e solette, procurava coperte, lenzuola, indumenti e cibo per la comunità.

Dalla testimonianza di Melia si apprende: “Dacché ebbe principio la mia Società, alla quale lei apparteneva e ne fu speciale promotrice, si dimostrò verso i suoi membri madre premurosissima del loro bene spirituale, adoperando il consiglio, la preghiera e ogni mezzo di cristiana carità per animarli ad assimilare il vero spirito e le virtù del Fondatore e mantenersi in pace, unione e carità,

Considerava la nostra famiglia come sua e come madre sollecita voleva che fosse fornita di tutto il bisognevole…

Dava a noi il denaro e quanto riceveva dalla generosità dei fedeli. A mano a mano che Dio la provvedeva, impegnava tutto per noi. Mentre però era così generosa con noi, essa viveva nella più grande povertà” 

Questi tre aspetti inducono noi a farli propri e ad applicarli per il bene della Chiesa e la crescita dell’Unione.

Elisabetta, prega per noi

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