XXVIII Domenica del Tempo Ordinario - Anno B
a cura di paolo (0 commenti)
Dal Vangelo di Giovanni, 6, 24-35
In quel tempo, quando la folla vide che Gesù non era più là e nemmeno i suoi discepoli, salì sulle barche e si diresse alla volta di Cafàrnao alla ricerca di Gesù. Lo trovarono di là dal mare e gli dissero: «Rabbì, quando sei venuto qua?».
Gesù rispose loro: «In verità, in verità io vi dico: voi mi cercate non perché avete visto dei segni, ma perché avete mangiato di quei pani e vi siete saziati. Datevi da fare non per il cibo che non dura, ma per il cibo che rimane per la vita eterna e che il Figlio dell’uomo vi darà. Perché su di lui il Padre, Dio, ha messo il suo sigillo».
Gli dissero allora: «Che cosa dobbiamo compiere per fare le opere di Dio?». Gesù rispose loro: «Questa è l’opera di Dio: che crediate in colui che egli ha mandato».
Allora gli dissero: «Quale segno tu compi perché vediamo e ti crediamo? Quale opera fai? I nostri padri hanno mangiato la manna nel deserto, come sta scritto: “Diede loro da mangiare un pane dal cielo”».
Rispose loro Gesù: «In verità, in verità io vi dico: non è Mosè che vi ha dato il pane dal cielo, ma è il Padre mio che vi dà il pane dal cielo, quello vero. Infatti il pane di Dio è colui che discende dal cielo e dà la vita al mondo».
Allora gli dissero: «Signore, dacci sempre questo pane». Gesù rispose loro: «Io sono il pane della vita; chi viene a me non avrà fame e chi crede in me non avrà sete, mai!».
Parola del Signore
Commento di Don Marco Scandelli
Oggi leggiamo insieme i versetti 24-35 del capitolo VI di san Giovanni. In essi si narra che la folla sfamata durante la moltiplicazione dei pani e dei pesci continuava a seguire il Signore, quasi importunandolo. La gente gli andava dietro perché Lui li aveva saziati con il "cibo che non dura". E per questo Gesù li riprende. Si arrabbia addirittura.
Eppure, mi vien da dire, non era stato Lui a saziarli?
Se voleva evitare dei fraintendimenti, avrebbe potuto evitare di fare quel gesto. In realtà è evidente da tutto questo che se da una parte gli uomini gli andavano dietro, Gesù usava questa sequela per educarli. Pensateci bene, Egli fa così anche con noi.
Tutte le esperienze che ci son date, belle e brutte, sono come una palestra per imparare a vivere per davvero, per non attaccare il cuore alle cose che passano, quanto, piuttosto per capire con il nostro cuore che cosa è importante. A volte occorre passare per situazioni difficili per capire ciò che veramente conta,.. e Gesù lo sa bene. Esiste un cibo che non perisce, un qualcosa che fa bene.
Esiste un modo per essere felici e non sentire più il bisogno, la mancanza. Questa cosa non la si assume attraverso la bocca ma penetra nel cuore anche attraverso le orecchie… è un cibo celeste che sazia e che non fa avere più fame.
Noi lo chiamiamo Eucarestia comunione, non si tratta di un pezzo di pane, …. il Pane che mangiamo genera la vita NUOVA. Si va alla Messa per imparare a vivere e come i suoi amici anche noi diciamo: Signore non smettere di darci il Pane che sazia.
Ricordiamo sempre che l’Eucarestia si mangia con la bocca e con le orecchie.