Vivere con il Covid – Esperienza comunitaria
a cura di paolo (0 commenti)
Che esperienza!
La Comunità intera è stata visitata dal Covid. Da prima di Natale fino a domenica 17 gennaio 2021 a turno siamo entrate in questo tunnel doloroso, infatti dalla nostra comunità siamo state traferite nella casa madre, in via di Porta Maggiore, dove siamo state accudite dalle nostre consorelle.Finalmente siamo arrivate verso la fine di questo duro cammino ed ho raccolto le esperienze di tutte sintetizzandole in questo modo. Ho pensato di dividere questo tempo in più fasi.
Prima fase:
All’inizio del percorso inognuna è subentrata un po’ di paura che pian piano si è trasformata in un abbandono fiducioso nelle mani di Dio, accogliendo questo tempo, di dura prova, come tempo di grazia, come un dono da parte di Dio, sia per il riposo fisico e sia per quello mentale; ma è stato anche tempo prezioso per vivere una relazione vera e profonda con il Signore e riordinare la propria vita personale e comunitaria e il proprio cammino spirituale.
Seconda fase:
E’ subentrata, in seguito, tanta stanchezza fisica. Ognuna ha subito, con vari sintomi, tante sofferenze fisiche nelle quali si è potuto toccare con mano quel voto di povertà dove si è sentita impotente nel muoversi e nell’aiutare chi era nel bisogno. E’ stato terribile avvertire che le forze venivano meno e sapere che non hai un medico vicino. Quindi abbiamo toccato con mano questa povertà che ha portato ad un abbandono totale e fiducioso nelle mani di Dio. Il dolore della perdita della consorella suor Domotilla ha aumentato il nostro sgomento. Queste due esperienze ci sono servite per capire il dolore e la sofferenza di tanti malati ospiti,colpiti da questo male e il dolore di tanti familiari per la perdita dei loro cari. Abbiamo pensato che solo toccando a noi in prima persona e sperimentando sulla propria pelle si capisce veramente il problema e il dolore dell'altro. Paralizza l'impotenza di non poter offrire una messa, non poter stare vicino alla persona, non poter partecipare al rito funebre…Si tocca con mano questa vera povertà e nello stesso tempo nasce quella certezza incrollabile che c'è il Signore che fa tutto meglio di noi e che una volta consegnata in quelle braccia amorose non c'è altro da fare che restare sereni.
Terza fase:
Questa l’abbiamo chiamata la fase di recupero, nella quale senti che la vita è dentro di te, e che inizi ad avere la forza di lottare, di agire e di operare per la gloria di Dio.
È la fase più bella in cui vedi tutto in un’ottica bella, piena di speranza. Finalmente, piano piano, tornando un po’ le forze, ciascuna riesce ad entrare nella preghiera, quindi recuperare questo rapporto profondo con il Signore attraverso l'ascolto della Sua Parola. Si impara ad ascoltare il cuore dove Dio parla e consiglia. La partecipazione alla celebrazione eucaristica virtuale, l'adorazione e la comunione sono stati mezzi stupendamente forti per farci rialzare. Abbiamo imparato ad avere pazienza e trasformare in continua preghiera il giorno e la notte.
Il nostro pensiero, spesso, andava alle consorelle rimaste in comunità che hanno dovuto sostituirci, la loro preghiera per loro e la nostra per loro ci ha reso più sorelle.
La quarta e ultima fase:
E’ stata la fase della lode e del ringraziamento, è l'esperienza dell'Amore di Dio e delle consorelle, degli amici e dei parenti. Ringraziamo di cuore Dio che nonostante tutto ci ha sostenuto dandoci la forza. Ringraziamo anche il Covid 19, perché ci ha messo nella condizione di comprendere le difficoltà e il dolore altrui.
Ringraziamo Suor Daniela, Suor Bartolomea, Suor Beatrice, miss Carmelina, Suor Maria e ogni consorella di Porta Maggiore che non ci hanno fatto mancare nulla. Ricorderemo sempre il loro sacrificio e la loro dedizione.
Ringraziamo la Madre generale e le consigliere generali e provinciali e tutte le superiori e le sorelle delle comunità che con le loro telefonate e le loro preghiere ci hanno dato coraggio e sostegno.
Un grazie ancora al Signore per questa esperienza che ci ha fatto sperimentare l'amore vero e un modo nuovo di essere comunità, cosa che nella fretta del ritmo quotidiano, non si riesce a percepire così forte.
Suor Cicily Muttungal, CSAC