Verso Il Natale Con San Vincenzo Pallotti
a cura di paolo (0 commenti)

Siamo in Avventoe, nel brulicare delle strade,le luci e le decorazioni ci rimandano al Natale, festa in cui i bambini guardano le vetrine aspettando Babbo Natale e i suoi regali, ma in questa magica atmosfera, noi, figli di San Vincenzo, come viviamo questa attesa?
Si racconta che il personaggio del presepe più amato dal nostro Fondatore fosse il pastore che, a mani nude e lo sguardo estatico veniva posto davanti al Bambinello. San Vincenzo sembrava cogliere in questo ignaro protagonista la verità sull’uomo, che, consapevole di non avere nulla da offrire si poneva davanti a Dio, fatto carne, con tutta la semplicità e l’umiltà di chi, bisognoso di tutto, sembravadire :’’
Sta in silenzio davanti al Signore e spera in Lui’’.Immersi in questo paesaggio immaginiamo di essere anche noi davanti al Verbo di Dio e, nel silenzio del nostro cuore attendiamo che si compia , ad imitazione di San Vincenzo, il miracolo del Natale. Attendiamo quel misterioso e santo passaggio in cui la vita di Gesù Cristosi innesta nella nostra esistenza e ci rende uomini nuovi.
Camminiamo con la speranza- certezza di esserecreature rinate dall’alto che sono accanto a chi soffre, a chi ha rinunciato, vicine a quel figlio- fratello che giunge da lontano, esule e desideroso di tornare a casa. Sia viva dentrodi noi l'attesa diMaria santissima, figlia umile e grande, cheha creduto all’Amore e per la sua Fede, semplice e salda, lo Spirito Santo è sceso con tutta la sua potenza e ha generato il Salvatore.
Questa è l'attesa di noi cristiani, credere che Dio sarà tutto in tutti e, come San Vincenzo,sperare che presto possa realizzarsi ‘’ un solo Ovile sotto un solo Pastore’’. I figli di Dio attendono ciò che la preghiera non osa sperare, cioè che Gesù si faccia carne dentro ogni uomo, per camminare con lo sguardo fisso su di Lui e poter dire ‘’non sono più io che vivo ma Cristo vive in me’’, soltanto allora la nostra attesa sarà compiuta, il cielo aperto e l'umanità rinnovata.
Possiamo desiderare il lavoro, la famiglia, la casa, gli amici, ma in questo tempo così difficile forse possiamo cogliere l'occasione di tornare alla chiamata di Dio, cioè a quel ‘’ShemaIsrael’’ che è stata la forza di San Vincenzo: nessun abbaglio del mondo solo la luce di Dio che gli faceva ripetere ‘’ Dio DioDio, misericordia infinita’’. Questa estasi di Amore infondeva nel suo cuorela certezza, che l'attesa era già presente, la speranza mutava in certezza e l'invisibile diveniva tangibile.
Maria Rosaria Murrone