Santissimo Corpo e Sangue di Cristo (Corpus Domini)

a cura di paolo (0 commenti)

Letture Gen 14,18-20 ; Salmo 109; 1 Cor 11,23-26; Lc 9,11-12

Onoriamo e adoriamo oggi il “Corpo del Signore”, spezzato e donato per la salvezza di tutti gli uomini, fatto cibo per sostenere la nostra “vita nello Spirito”. Gesù ha moltiplicato i pani e i pesci per nutrire la folla che lo seguiva: il cibo fisico agisce in me anche quando non ci penso, anche quando dormo si trasforma in carne, sangue, energie vitali. Il cibo spirituale è diverso: è efficace se io collaboro con Cristo, che vuole trasformare la mia vita nella sua.

L’Eucaristia è la festa della fede, stimola e rafforza la fede. I nostri rapporti con Dio sono avvolti nel mistero: ci vuole un gran coraggio e una grande fede per dire: “Qui c’è il Signore!”. Se guardo a me stesso, mi trovo sempre piccolo, imperfetto, peccatore, pieno di limiti.

Eppure Dio mi ama, come ama tutti gli uomini, fino a farsi nostro cibo e bevanda per comunicarci la sua vita divina, farci vivere la sua vita di amore.

L’Eucaristia non è credibile se rimane un rito, il ricordo di un fatto successo duemila anni fa. È invece una “scuola di vita”, una proposta di amore che coinvolge tutta la mia vita: deve rendermi disponibile ad amare il prossimo, fino a dare la mia vita per gli altri. Secondo l’esempio che Gesù ci ha lasciato. 

Riscopriamo la bellezza della sequenza.

 

[Sion, loda il Salvatore, la tua guida, il tuo pastore con inni e cantici.
oggetto della lode

Impegna tutto il tuo fervore: egli supera ogni lode, non vi è canto che sia degno.
Veramente fu donato agli apostoli riuniti in fraterna e sacra cena.

Pane vivo, che dà vita: questo è tema del tuo canto nella quale celebriamo la prima sacra cena.
Questa è la festa solenne ben diverso è l’esito!

È il banchetto del nuovo Re, nuova Pasqua, nuova legge; e l'antico è giunto a termine.
Quando spezzi il sacramento non temere, ma ricorda: Cristo è tanto in ogni parte, quanto nell’intero.

Cede al nuovo il rito antico, la realtà disperde l'ombra: luce, non più tenebra.
È diviso solo il segno non si tocca la sostanza; nulla è diminuito della sua persona.]

Cristo lascia in sua memoria ciò che ha fatto nella cena: noi lo rinnoviamo.
Ecco il pane degli angeli, pane dei pellegrini, vero pane dei figli: non dev’essere gettato.

Obbedienti al suo comando, consacriamo il pane e il vino, ostia di salvezza.
Con i simboli è annunziato, in Isacco dato a morte, nell'agnello della Pasqua, nella manna data ai padri.

È certezza a noi cristiani: si trasforma il pane in carne, si fa sangue il vino.
Buon pastore, vero pane, o Gesù, pietà di noi: nutrici e difendici, portaci ai beni eterni nella terra dei viventi.

Tu non vedi, non comprendi, ma la fede ti conferma, oltre la natura.
Tu che tutto sai e puoi, che ci nutri sulla terra, conduci i tuoi fratelli alla tavola del cielo nella gioia dei tuoi santi.

È un segno ciò che appare: nasconde nel mistero realtà sublimi.

Mangi carne, bevi sangue; ma rimane Cristo intero in ciascuna specie.

Chi ne mangia non lo spezza, né separa, né divide: intatto lo riceve.

Siano uno, siano mille, ugualmente lo ricevono: mai è consumato.

Vanno i buoni, vanno gli empi; ma diversa ne è la sorte: vita o morte provoca.

Vita ai buoni, morte agli empi: nella stessa comunione

 

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