Quarant’anni di presenza in India con prospettiva futura
a cura di paolo (0 commenti)
La testimonianza della nostra vita è ancora più potente. L’amore e l’accettazione che proviamo l’una per l’altra è un segno per gli altri di ciò che è possibile per il mondo, con Dio al centro della nostra vita.
La Provincia ”Regina Apostolorum”, con la benedizione della nostra Congregazione, ha aperto la Missione in India il 19 novembre 1984, oggi guardiamo indietro con gratitudine verso Dio Onnipotente per averci guidato con speranza in questa Missione.
Sono incoraggiata e ispirata dalla nostra ricca storia, come Congregazione delle
Suore dell’Apostolato Cattolico (Pallottine), dal modo in cui viviamo il nostro carisma oggi e dalla nostra apertura allo Spirito Santo verso il futuro. Trovo la speranza nel nostro passato, patrimonio del nostro carisma e dei nostri valori. La saggezza delle nostre Consorelle anziane e le grazie del nostro passato sono il fondamento del nostro essere oggi.
La testimonianza della nostra vita è ancora più potente. L’amore e l’accettazione che proviamo l’una per l’altra è un segno per gli altri di ciò che è possibile per il mondo, con Dio al centro della nostra vita.
I valori che abbracciamo e le virtù che prendiamo a cuore diventano una parte fondamentale di ciò che siamo e di ciò che portiamo nelle nostre relazioni con gli altri. Ciò che siamo è fondamentale e ci ricorda i sacrifici, l’amore delle nostre consorelle vive e defunte della Provincia “Regina Apostolorum” in Italia, Ringraziamo loro con cuore sincero per tutto ciò che hanno fatto per la missione Indiana. Noi siamo cresciute con loro con filiale affetto, ed ancora sentiamo quell’affetto e quell’appartenenza di sempre.
Ogni anno, nel mio ritiro annuale, rifletto sulla mia vocazione. Due anni fa, durante il mio ritiro annuale, ho avuto l’ispirazione di andare in missione nelle Filippine, questo pensiero mi disturbava continuamente, poi ho preso la Sacra Bibbia, l’ho aperta e ho trovato il 54° capitolo di Isaia, dopo aver letto questo capitolo ho capito che Dio vuole qualcosa di più da noi, cioè allargare il carisma del nostro Fondatore anche in altre nazioni.
La dimensione missionaria, che appartiene alla natura stessa della Chiesa, è intrinseca anche a tutte le forme di vita consacrata, e non può essere trascurata come qualcosa di essenziale per chi ascolta la voce dello Spirito che sussurra “Vieni” e “Vai avanti”. “Chi segue Cristo non può non essere missionario, perché sa che Gesù «cammina con loro, parla loro e respira con loro. Sentono Gesù vivo con loro nel mezzodell’impresa missionaria» (EvangeliiGaudium, 266).
«E così tutti, grandi e piccoli, ricchi e poveri, alti e bassi, colti o meno, preti o laici, clero secolare o religioso, coloro che vivono in società o in solitudine, ciascuno può al proprio posto e nel proprio stato di vita esercitare l’Apostolato in qualche modo, e con onore e merito”. Francesco Amoroso SAC, Notevole, op.Cit. P.107.
Speranza dell’India:
La Missione in India è speranza per un futuro, la missione a cui siamo state chiamate, radicata nella nostra identità di donne consacrate, ci pone in un cammino che richiede di imparare dalla nostra realtà. Per grazia di Dio abbiamo giovani consacrate sempre pronte a lavorare per la missione salvifica ovunque nel mondo.
Questa consacrazione ci obbliga ad essere caritatevoli verso coloro che siamo chiamati ad accompagnare. Non dobbiamo arrenderci alla passività, alle lamentele o, peggio ancora, all’indifferenza.
Avendo in mente il discernimento e il bene comune, rimaniamo aperti al cambiamento continuo. Piantiamo semi di speranza e promuoviamo l’unità secondo il cuore di Dio. Con fiducia, anticipiamo con entusiasmo tutto ciò che è nuovo, lavorando costantemente per un mondo migliore.
Il grande scrittore cattolico francese, Georges Bernanos (1888-1948), descrisse la vera natura della speranza come “disperazione superata”. Possiamo sperare
perché siamo amati come figlie e figli da un Dio buono, che è realmente presente con noi e profondamente impegnato nella nostra vita. Il tema del Sinodo è “Per una Chiesa sinodale: comunione, partecipazione e missione”.
Queste tre dimensioni del tema sono profondamente interconnesse. Sono i pilastri vitali di una Chiesa sinodale. Non esiste alcuna gerarchia tra loro. Piuttosto, ciascuno arricchisce e orienta le altre due.
Esiste una relazione dinamica tra le tre che deve essere articolata tenendole a mente tutte e tre.
Questo dovrebbe circolare nella nostra Congregazione senza alcuna distinzione e dovremmo accettarci a vicenda per rafforzare e sviluppare il nostro carisma e la nostra missione in tutto il mondo. Lavoriamo insieme con un solo cuore e una sola mente per la futura missione, dovunque Dio voglia allargare il Suo Regno.
Suor Selin Kattapuram, CSAC
Provincia Holy Family
India