Omelia di Mons. Youhanna Rafic El Warcha
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San Vincenzo ha saputo apririsi ai poveri e agli esclusi, agli ammalati e agli emarginati...; si sforzava di progredire continuamente verso la santità. Ogni momento della sua esistenza era tesa verso l’infinita santità di Dio
Il primo giorno è stato dedicato alla ricordo della primissima iniziativa del piccolo gruppo riunito attorno al sacerdote Vincenzo Pallotti, il quale mobilitò alcuni membri per raccogliere fondi per la traduzione di un libretto in arabo.
Profondamente toccato dalla realtà delle Chiese Orientali, il Padre Vincenzo avviò un movimento verso quella regione del mondo.
Pertanto, il 19 gennaio, Sua Eccellenza Reverendissima Mons. Youhanna Rafic Al-Warcha, Procuratore del Patriarcato Maronita presso la Santa Sede, insieme a numerosi confratelli sacerdoti e studenti del Collegio Maronita di Roma, ha celebrato la Santa Liturgia secondo il rito maronita.
Segue l’Omelia
Chiesa del Santissimo Salvatore in Onda - Via dei Pettinari, 54 - Roma
Omelia di Mons. Youhanna Rafic El Warcha
Carissimi e carissime, Padre Zenon Hanas, Rettore Generale della Società dell’Apostolato Cattolico, membri del suo Consiglio, Md. Ivete Garlet, Madre Generale della Congregazione delle Suore dell’Apostolato Cattolico, membri del Consiglio, Suor Josephina D´Sousa, Madre Generale delle Suore dell’Apostolato Cattolico, membri del Consiglio, Sig.ra Gabriela Acerbi, Vicepresidente dell’Unione dell’Apostolato Cattolico, P. Daniel Luz Rocchetti, Rettore della Chiesa del Santissimo Salvatore in Onda, laici, sacerdoti e fratelli, religiose e religiosi pallottini.
Quanto è provvidenziale radunarci oggi nel contesto del Triduo e Solennità di San Vincenzo Pallotti, mentre siamo nell’ambito dell’Anno Giubilare, nel quale siamo chiamati tutti quanti, sacerdoti, religiosi, laici...a meditare sulla virtù teologale della speranza cui ci ha chiamato il Santo Padre Francesco con l’indicazione: “pellegrini della speranza”, “La speranza che non delude”.
Siamo nell’immediata preparazione della festa di San Vincenzo, mettendo in pratica una delle tante ricchezze che emergono dal suo pensiero: il legame stretto con l’Oriente.
E noi come comunità di sacerdoti maroniti, dall’Oriente celebriamo la nostra liturgia orientale antiochena maronita mettendo in rilievo la ricchezza del patrimonio liturgico che abbiamo eritato dalla Chiesa Orientale, e specificamente dalla tradizione maronita. Cercherei in questa meditazione di approfondire la virtù della speranza sviluppando tre punti essenziali: 1. che cosa è la speranza? 2.Qual è il suo impatto morale sulla nostra fede, nel senso di essere figli della speranza? 3. E il terzo punto, come essere segno e messaggeri di speranza imitando il nostro intercessore San Vincenzo Pallotti?
La speranza non è un auspicio, un augurio di qualcosa che forse non si realizzerà.
La speranza è una realtà sicura; colui che spera crede nelle cose non visibili. La virtù della speranza è un elemento essenziale nella vita del credente; dà senso alla sua vita e ragione di essere e di continuare a vivere. Il giusto che pone la sua fiducia e la sua speranza in Dio otterrà la salvezza e non sperimenterà la vergogna o la delusione. Il modo di vivere di un credente che spera nel Signore è diverso da un uomo che vive soltanto per questo mondo e che ha come dio la materia o se stesso...
Nel Nuovo Testamento come realizzazione delle promesse nell’Antico Testamento in Gesù, (Mt 12: 21) la speranza cristiana è radicata nella fede nella salvezza in Cristo (Ga 5: 5), e proviene dallo Spirito Santo promesso (Rm 8: 24-25). Noi speriamo nella resurrezione dei morti, la redenzione dei corpi, la gloria eterna, la vita eterna, la visione di Cristo Risorto che comincia qui e si prolunga in Cielo, visione beatifica secondo San Tommaso d’Aquino.
La speranza si fonda sulla promessa. Sin dall’inizio Dio ha promesso al suo popolo di salvarlo. Il suo atto salvifico in Cristo. Dio realizza ciò che ha promesso con la sua parola; Dio non inganna! È fiducioso e quindi non rinnega se stesso: la seconda lettera di San Paolo al suo discepolo Timoteo capitolo 2: 13 ce lo dice chiaramente.
2.Qual è l’impatto morale della speranza sulla nostra vita cristiana?
La virtù della speranza porta una dimensione divina e spirituale. Ogni volta che parliamo di una virtù teologale pensiamo subito ad una dimensione teologica, cioè alla grazia che viene per sostenere lo sforzo umano. Speranza nel Signore, speranza nel contenuto della fede, in tutte le verità metafisiche che hanno un impatto morale sul vissuto, sulla vita quotidiana. Un uomo di speranza si vede dal suo modo di agire; lavora per un progetto che va al di là; non a breve termine ma a lungo termine: questa è la dimensione escatologica della speranza.
Infatti, non c’è una speranza astratta, teorica, e si accompagna con un’attesa attiva; si manifesta in un modo di vivere distinto, profumato. Colui che spera non vive mai la delusione o la paura ma vede sempre ciò che accade con gli occhi di Dio, legge i segni dei tempi, promosso dallo Spirito Santo per saper discernere qual è la volontà di Dio e la compie con libertà e disponibilità. Un credente che spera vive uno stato di gioia e di pace interiore. Di più, esiste una dimensione inevitabile che deve caratterizzare l’uomo di speranza: il distacco da tutto ciò che è materiale per condividerlo con gli altri.
- Il terzo punto: come essere segno e messaggeri di speranza imitando il nostro intercessore San Vincenzo Pallotti?
San Vincenzo ha saputo apririsi ai poveri e agli esclusi, agli ammalati e agli emarginati...; era pieno di sollecitudine verso i soldati nelle caserme, gli operai, gli studenti e i prigionieri, e confessore instancabile... si sforzava di progredire continuamente verso la santità. Ogni momento della sua esistenza era stato teso verso l’infinita santità di Dio.
Alla luce dello stile di vita che San Vincenzo ha vissuto, cerchiamo di esaminare la nostra vita e valutarla se sia simile alla sua e al carisma che ci ha lasciato. Dobbiamo vivere la Speranza e trasmetterla a tutte le persone con le quali viviamo, specificamente ai bisognosi tramite opere di misericordia e di carità.
San Vincenzo ha detto: Finchè c´è vita, c´è speranza! Siamo chiamati ad essere testimoni di fede viva, riflettere la presenza di Dio secondo il patrimonio che abbiamo ricevuto come famiglia Pallottina. Lui ci ha tracciato una bella strada da seguire: la sequela di Cristo nel modo di vivere, compiendo ciò che l’apostolo San Paolo ci chiede nella sua lettera agli Efesini, di adottare la morale di Gesù ed essere simili a Lui nel pensiero, nel sentimento, nella reazione...
Distacco da tutti i beni della terra... lavorare non per questo mondo che non è fisso, ma per la città fissa, la Gerusalemme Celeste, la città eterna...vivere nel mondo rimanendo non di questo mondo come Gesù ha detto nel Vangelo di Giovanni 8: “voi siete di questo mondo, io non sono di questo mondo”, cioè non vivere secondo lo spirito del mondo, del peccato, del materialismo ma liberarci da ogni fattore che ostacola il nostro cammino verso la santità.
Infatti, abbiamo diversi segni concreti della speranza: i frutti concreti della santità di San Vincenzo Palloti. Certamente che lui è contento da dove è, in Cielo, vedendo la famiglia pallottina nei suoi vari componeti hic et nunc, qui e adesso, rendendo la sua presenza permanente e perpetua nel mondo, come segno di speranza, come luce nel mondo delle tenebre. Altro segno di speranza è che dopo 230 anni dalla sua morte, la famiglia pallottina cresce nella fede cristiana dovunque si trova nel mondo.
O San Vincenzo, intercedi per noi presso il Signore! Aiutaci a non stancarci di restare fedeli al tuo Carisma... Veglia su tutta la famiglia Pallottina affinchè rimanga consapevole della sua identità in questo mondo pieno di tentazioni, di sfide! Sostienila per avere sempre lo scopo di vivere un apostolato fruttuoso, unita a Gesù che tu hai amato, seguito, e servito. Amen!