Messaggio per la Domenica Missionaria Pallottina

a cura di paolo (0 commenti)

Cari fratelli e sorelle, consacrati e laici... e tutti voi missionari Pallottini!

Quando parliamo di missione o quando semplicemente ricordiamo questa parola nella nostra mente, improvvisamente pensiamo al movimento. La parola missione è quasi sinonimo di andare, di camminare, di muoversi.

Un missionario è una persona che va, e va sempre, obbediente al mandato missionario di Nostro Signore Gesù Cristo. Non attecchisce e deve sempre andare, bussando alla porta, entrando, incontrando le persone, mangiando con loro, testimoniando, annunciando, salutando e andando... E ancora, il missionario va, bussa alla porta, entra, incontra, beve un bicchiere d'acqua, testimonia, annuncia, saluta e... va, va, cammina, cammina! La missione è andare. La missione è sempre quella di partire.


Ma non è solo un movimento in sé, perché è più ampio: questo andare avanti è uno stato d'animo! Il missionario è colui che si distacca, fa il movimento di uscire da se stesso per incontrare l'altro, per vivere insieme, per accogliere, per creare relazioni tra sé e per favorire quella relazione importante tra loro, e tra l'altro e Nostro Signore Gesù Cristo, e poi ritirarsi e partire...

Per annunciare e testimoniare un’altra volta e ad altri il Vangelo nel mondo.

La missione come cammino instancabile e come invito a tutti per il grande incontro salvifico con il Signore

Il Santo Padre, Papa Francesco, nel suo messaggio per la Giornata Missionaria Mondiale 2024, si è ispirato a quella parabola evangelica del banchetto nuziale e ci ha lasciato parole ed insegnamenti molto interessanti per la vita e la missione.


La parabola evangelica che ha ispirato il Santo Padre racconta che gli invitati rifi utano l’invito del re – vero protagonista della narrazione – al banchetto
di suo fi glio e per questo manda i suoi servi per le strade della città, attraverso le uscite verso i sentieri, per incontrare il popolo e invitarlo alla festa. A quel punto tutti sarebbero stati suoi ospiti!


Così, Papa Francesco medita e scrive il suo Messaggio per la Giornata Missionaria Mondiale soff ermandosi intorno a due ‘azioni’, un ‘a chi’ e un ‘per cosa?’:
Le due ‘azioni’ sono, secondo lui, il fulcro della missione: andare e invitare. La missione è instancabile. Si tratta, come Chiesa, di andare oltre ogni limite, di uscire incessantemente senza stancarsi né scoraggiarsi di fronte alle diffi coltà e agli ostacoli, per svolgere fedelmente la missione ricevuta dal Signore, che è quella di invitare tutti al banchetto del Signore.

Si tratta di un invito di grande rispetto e gentilezza, senza imposizioni, coercizioni o proselitismi. È un invito pieno di vicinanza, di compassione e di tenerezza, che rifl ette il modo di essere e di agire di Dio.

Riferendosi al ‘a chi’ erano inviati i servi del re, il Papa ci fa capire che tutti, senza distinzione, devono essere invitati: “Quelli che incontrate per le strade, invitateli al banchetto”, disse il re. Ed è lo stesso che Nostro Signore dice ai missionari mandati nel mondo. Non sono i conoscenti che dovrebbero andare a invitare... No! Ma a tutti coloro che si incontrano, va fatto l’invito! Tutti sono invitati!


Ed ecco il contenuto dell’invito. Un invito è sempre quello di fare qualcosa. Papa Francesco lo dice molto chiaramente nel suo messaggio: andate e invitate tutti a partecipare al banchetto nuziale, come realtà eucaristica! È per tutti l’invito a far parte del banchetto della Vita piena; è perché tutti possano incontrare il Dio della vita, sia nel sacramento, sia nella comunità, sia nelle relazioni trasformate, dove l’amore diventi la regola delle relazioni.


Andate e invitate tutti a partecipare all’incontro con il Dio della Vita e a trasformare la loro vita e, come creature nuove, a costruire il Regno, la Civiltà della Giustizia, della Pace, dell’Amore!

Un punto di contatto tra il messaggio di Papa Francesco e la spiritualità di San Vincenzo Pallotti

Probabilmente ci deve essere in tutti noi, pallottini e pallottine, quella curiosità che cerca di trovare nei testi e nei documenti del Magistero, o anche in altri testi dei teologi o meno, qualcosa che faccia risplendere, come luce di un rifl esso, alcune delle intuizioni del nostro Santo Fondatore. È evidente che leggiamo e apprendiamo dalla cultura congregazionale che il Santo ha iniziato e che si è arricchita in questi lunghi anni.

Quest’anno, il Messaggio per la Giornata Missionaria Mondiale 2024, scritto da Papa Francesco, ci permette di trovare un punto di contatto con qualcosa di specifi co della spiritualità pallottina.

Questo specifi co non è l’annuncio di un Dio Amore o la responsabilità missionaria dei fedeli, aspetti così propri della spiritualità del Pallotti ed anche nostra, ma il punto d’incontro tra questo testo di Papa Francesco e l’intuizione di San Vincenzo è quel ‘tutti’, così sottolineato in entrambi i testi : TUTTI sono invitati al banchetto!


Quando il Santo Padre fa riferimento alla decisione del Re di invitare tutti, dice nel suo messaggio che “al centro della missione è scritto: ‘Tutti’. Senza escludere nessuno. Ciascuno. Pertanto, ogni nostra missione nasce dal Cuore di Cristo, per permettergli di attirare tutti a sé”. Dio vuole che tutti siano salvi e giungano alla conoscenza della verità. Vuole che tutti partecipino alla Sua vita divina.

E per questo, ogni attività e movimento missionario è per annunciare il Vangelo a tutti e perché tutti possano incontrare il Suo Amore.


E questo ‘tutti’ passivo, nel senso di accoglienza dell’annuncio, diventa anche un ‘tutti’ attivo, poiché una volta partecipe al banchetto del Dio della Vita, ogni persona trasformata dalla grazia dell’incontro diventa discepolo-missionario di Cristo.


Tutti ricevono l’annuncio e tutti diventano protagonisti dell’annuncio!
Tutti, indipendentemente dalla loro condizione sociale e anche morale”, scrive il Santo Padre.

E San Vincenzo Pallotti nel 1835 scriveva anche che

Tutti, grandi e piccoli, laureati, studenti, operai, ricchi e poveri, sacerdoti, religiosi e laici, commercianti e imprenditori, funzionari, artisti e artigiani, comunità e singoli, ciascuno nel proprio stato, nella propria condizione, secondo i propri doni, possono dedicarsi alle opere dell’Apostolato Cattolico per ravvivare la fede, per riaccendere la carità e diffonderla in tutto il mondo”!

La missione per tutti richiede la partecipazione di tutti.
Se la missione è andare e invitare tutti al banchetto del Signore, tutti devono andare in missione. Ognuno diventa apostolo. Sono tutti missionari. La missione non si compie da soli. È necessaria la collaborazione di tutti. È necessaria la partecipazione di tutti i soggetti ecclesiali.
Tutti!

Testimonianza Missionaria

Padre Tommy Ryan, SAC, è stato ordinato sacerdote nel 1974 e lavora in Africa Orientale dal 1985.
È il fondatore del Centro di riabilitazione Siuyu a Siuyu, diocesi di Singida, Tanzania.

Dirige il Centro insieme a Suor Rosemary Omboy, SAC, delle Suore Missionarie Pallottine e ad altre Suore della Provincia in Africa Orientale.

Lavorano insieme a un gruppo molto impegnato di laici dell’Unione dell’Apostolato Cattolico.
La sua testimonianza ci aiuta a comprendere l’ampiezza di questo TUTTO a cui fa riferimento sia il Santo Fondatore nella sua intuizione apostolica che Papa Francesco nel suo messaggio per la Giornata Missionaria Mondiale 2024.


Lasciatevi coinvolgere da queste brevi parole:

Da quasi 40 anni lavoro in varie zone dell’Africa orientale.
E soprattutto negli ultimi 30 anni, in diversi luoghi, mi sento particolarmente vicino alle persone con disabilità, ma è solo negli ultimi 18 anni che mi sono dedicato a tempo pieno alle persone con disabilità.

Normalmente, vediamo la disabilità come una cosa negativa, ma in alcuni casi può essere una benedizione.
Questo, senza dubbio, è stato il mio caso.

Fino a 30 anni fa camminavo senza bastone. Poi con un bastone, poi con due, e dopo qualche anno con un ausilio per la deambulazione e ora uso una sedia a rotelle. Ma non ho alcun dolore, quindi non posso lamentarmi.

La mia diagnosi è una debolezza alle gambe dovuta a un disturbo del sistema nervoso.
Vivendo in un Centro con alcuni bambini che usano la sedia a rotelle e non hanno alcuna speranza di camminare, e vedendo quanto sono felici, chi sono io per lamentarmi? E mentre io sono nelle fasi finali della vita qui sulla Terra, loro sono all’inizio.

Si tratta di un centro per bambini con disabilità in età scolare, gestito dall’ UAC (Famiglia Pallottina).
In generale, ci sono tra i 35 e i 40 bambini, di cui circa l’85% ha disabilità intellettive, alcune delle quali lieve, altre medie e altre più gravi.

Attualmente, ci sono sei bambini qui che hanno solo disabilità fisiche e studiano alla scuola elementare del governo locale in classi regolari.

Tutti gli altri bambini qui al Centro frequentano ogni giorno la scuola elementare locale, ma in classi speciali e con insegnanti speciali.

Questi bambini hanno bisogno di essere inclusi nella nostra società e hanno bisogno di sentirsi inclusi, perché è di loro che parla Papa Francesco quando dice che dobbiamo essere pronti a includere tutti.

Hanno molto da offrire alla comunità.
Dio non ha creato persone inutili.
Quando Gesù prese in braccio i bambini e li benedisse, forse uno o più di loro erano intellettualmente o fisicamente disabili?

Vivere con questi bambini è una vera benedizione, che pochi hanno il privilegio di sperimentare.

Le persone che ci visitano spesso dicono:

“Devi avere molta pazienza e molta compassione per vivere con questi bambini”.

Ma, in realtà, è proprio il contrario!
È stando con questi bambini che si può facilmente sperimentare ‘la gioia del Vangelo’, di cui parla così spesso Papa Francesco.

Ecco che qui è un posto molto felice.

Questi bambini sono molto contenti delle piccole cose.
Ci insegnano ad apprezzare le piccole cose che ci circondano.
Quanto sono pronti ad aiutarsi a vicenda...
Non credo che in tutti questi anni abbia mai visto un bambino rifi utarsi di spingere un altro che si affi dava a una sedia a rotelle.

Anche con me, a volte c’è una gara per vedere chi spinge la mia sedia a rotelle!

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