Messaggio della Madre Ivete Garlet
a cura di paolo (0 commenti)

Chi sono io innanzi a te, o mio Dio?
Mi hai fatto a tua immagine, e tua somiglianza;
son dunque simile a Te?
(S.Vincenzo Pallotti)
Care sorelle e cari fratelli,
questo pensiero di San Vincenzo Pallotti ci dà l’opportunità di approfondire la nostra identità cristiana e pallottina. Sono domande così profonde che ci invitano a rivedere il nostro cammino di vita spirituale, vocazionale e comunitaria. Guidate dallo Spirito Santo possiamo verificare quali sono le motivazioni profonde che ci permettono di rispondere con fedeltà alla nostra chiamata vocazionale.
La domanda fondamentale che Pallotti si fa è: chi sei tu, mio Dio e chi sono io? e poi: Chi sono io, mio Dio, innanzi a te? Sono domande che vengono dal profondo del suo cuore, certamente non è facile trovare una ragione per la quale Dio sia capace di avvicinarsi, di essere così prossimo alla persona, a ciascuno di noi. Possiamo dire che la ragione è soltanto il suo Infinito Amore e Misericordia.
Credo che per entrare nel cuore di questi pensieri ci possiamo servire delle riflessioni che lui stesso, Pallotti, illuminato dallo Spirito Santo trova come risposta alle sue domande.
Chi sono io, mio Dio, innanzi a te?
“Sono una povera arpa dalle corde spezzate, un sale senza sapore, una candela spenta. Eppure tu mi avevi fatto arpa dell’universo, per cantare il tuo amore eterno; mi avevi fatto sale, per dar gusto divino a tutte le cose; mi avevi fatto luce del mondo, per illuminare le tue meraviglie”. (cfr OOCC, X, 469).
“Chi sono io innanzi a te, mio Dio, che tu, di giorno e di notte, sia ch’io vegli o dorma, sia ch’io pensi a te, sia che non ti pensi, nonostante la mia ingratitudine e peccati, con Amore infinito, abbia a pensar sempre a me, per distruggere la mia indegnità e trasformarmi tutto in te?” (cfr OOCC, X, 472).
Partendo dalla domanda: Chi sono io, dunque, innanzi a te, mio Dio? aggiunge: chi o che cosa volesti ch’io fossi innanzi a te, quando mi facesti a tua somiglianza?
Sempre guidato dallo Spirito, Vincenzo, trova una risposta che merita di essere meditata e contemplata per diventare vita in noi sue figlie e figli. Dice così: “Volesti esattamente questo: che io ti somigliassi. Che nella mia vita fossi luce della tua Luce, giustizia della tua Giustizia, amore del tuo Amore, santità della tua Santità. Sapevi ciò che sarei stato, e mi scrivesti in fronte ciò che volevi ch’io fossi. Lo scrivesti nel mio essere. Cioè, con o senza Cristo, son tua immagine; anche carico di peccati son tua immagine! Non c’è niente al mondo che mi possa strappare questo privilegio e tremenda responsabilità: io porto e porterò sempre con me l’immagine di Dio, non importa quanto l’abbia sporcata, non importa a quale profondità l’abbia seppellita o tentato seppellirla. Questo volevi: che io ti somigliassi. E questo vuoi.
Oh ineffabili invenzioni dell’Amore infinito! Oh Amore da me non conosciuto! Oh Amore infinito, fatti infinitamente amare”. (cfr OOCC, X, 483).
Spero che queste riflessione ci aiutino a capire come Pallotti ha coltivato la vita interiore, la spiritualità e l’unione con Dio. Forse pensiamo: ma, lui era un santo! E noi cosa vogliamo essere? Cosa stiamo aspettando per intraprendere il cammino della santità? Diamoci da fare, questa è anche la nostra chiamata: la Santità!
Abbiamo celebrato da poco la festa dell’Assunzione di Maria al Cielo. Imploriamo la sua intercessione, lasciamoci guidare da Lei per arrivare al suo Figlio, Gesù, come dice S. Bernardo: “Ad Iesum per Maria”. Abbiamo fiducia e camminiamo insieme.
Dio ci benedica, San Vincenzo interceda per noi, e Maria, Regina degli Apostoli ci protegga sempre.
Unite nella preghiera vi auguriamo ogni bene.
Roma, 18 agosto 2023
Sr. Ivete Garlet
Superiora Generale