La via della piccolezza alla santità di Mamma Sanna!

a cura di paolo (0 commenti)

La via della piccolezza alla santità di Mamma Sanna!

Riporto l’Omelia del Padre Generale presentata mercoledì 17 febbraio, anniversario della morte della Venerabile Elisabetta Sanna.

La meta della Beatificazione è vicina: 17 settembre 2016.
Prepariamoci con tanta preghiera e gioia nel cuore.

Cari fratelli e sorelle,
        La beatificazione della Venerabile Elisabetta Sanna è un evento molto significativo per l’intera famiglia pallottina per diversi motivi.
        Prima di tutto, la sua beatificazione è una chiara dimostrazione che tutti siamo chiamati ad una vita di santità. La Ven. Elisabetta non fu né una regina né una dottoressa ma una donna semplice, una madre di tanti figli, una persona handicappata che girava per la città di Roma, come una delle povere donne che oggi incontriamo in giro. Nonostante tutti questi limiti, fu una persona ricca della grazia di Dio. Le vie del Signore sono diverse! D. Raffaele Melia, che fu Superiore Generale della Società dell’Apostolato Cattolico, sintetizza così la vita interiore di Elisabetta: «Vedeva Dio dappertutto e lo adorava in tutte le cose. L’amore di Dio era la sua vita, non era soltanto superiore ad ogni altro amore, Dio era il suo padrone assoluto. Ogni più grande interesse scompariva di fronte a qualsiasi interesse di Dio, anche il più piccolo. Diceva spesso: “Mio Dio, vi amo sopra tutte le cose”». La sua beatificazione, prevista per il 17 settembre 2016, è il riconoscimento della santità straordinaria di questa semplice serva di Dio venuta dalla Sardegna.

         In secondo luogo, la beatificazione del primo membro dell’Unione dell’Apostolato Cattolico, dovrebbe essere una grande gioia per tutta la Famiglia Pallottina. Elisabetta collaborò con San Vincenzo nella realizzazione dell’Apostolato Cattolico. Il suo interesse per l’opera del suo maestro spirituale cresceva ogni giorno: curava gli arredi sacri e la biancheria per la chiesa di SS. Salvatore in Onda, cuciva camice ecc. Ancora una volta Don Melia dice nella sua testimonianza: «Dacché ebbe principio la mia Società, alla quale lei pure apparteneva e ne fu speciale promotrice, si dimostrò verso i suoi membri madre premurosissima del loro bene spirituale, adoperando il consiglio, la preghiera e ogni mezzo di cristiana carità per animarli ad assimilare il vero spirito e le virtù del fondatore e mantenersi in pace, unione e carità».

         Infatti, Elisabetta è il volto caritatevole dell’Unione dell’Apostolato Cattolico. In diversi parte del mondo esistono già tante opere di carità che si rifanno alla figura di Elisabetta. L’apostolato presso i più bisognosi e per tutti coloro che vivono nelle periferie dell’esistenza umana, potrà essere dedicato a questa santa donna handicappata nell’ambito dell’Unione dell’Apostolato Cattolico. Come sappiamo questo è un tema di grandissima importanza per il nostro fondatore e, oggi, anche per il pontificato di Papa Francesco.

         Questa via dalla “piccolezza” alla santità, questo modo di essere ultimo in questo mondo per essere il primo nel Regno di Dio, questa via del mistero pasquale, di sofferenza, di morte e risurrezione, che Elisabetta ha seguito nella sua vita e nelle sue opere sono modi di vivere particolarmente significativi in questo anno della misericordia.

         La spiritualità della “piccolezza”, praticata da Elisabetta, non viene dagli uomini: si trova nel Vangelo, il Vangelo ne è la fonte più autorevole. La “piccolezza” è stata ideata, praticata e raccomandata dallo stesso Figlio di Dio, Gesù Cristo. La “piccolezza” evangelica è come la porta d’ingresso del “Regno”.

         Solo “la piccolezza evangelica” ci salva dalle tentazioni della vita, perché opera in noi un duplice movimento: toglie da questa bottiglia, che siamo noi, “il tappo” dell’orgoglio, e la immerge, con abbandono fiducioso, nell’immensità dell’amore di Dio. I “piccoli” hanno abbandonato la propria volontà al pensiero e alla Volontà del Signore. Nei “piccoli” tutto è secondo Dio. Al contrario, “i sapienti e gli intelligenti del mondo”, con la loro orgogliosa autosufficienza e presunzione, non costruiscono ma demoliscono le opere di Dio, alterano i suoi progetti, non si lasciano condurre da Lui, ma tentano di sottomettere tutto e tutti alla propria volontà e ai propri disegni. E Dio non potrà mai collaborare con loro. Si parla tanto di “conversione”…, ma nessuna “conversione” è possibile, se non c’è la “conversione alla piccolezza”... o sarà solo un’illusione, una falsa conversione. La vera “conversione” ha inizio quando si comincia a “diventare bambini” nel cuore e nella vita. Per Gesù “conversione” e “piccolezza” sono inseparabili, fin quasi a identificarsi. Senza la “piccolezza” non si riuscirà mai a vivere la vita di fede, di speranza e di carità.

         Siamo arrivati alla Beatificazione della Ven. Elisabetta Sanna anche per la dedizione e l’amore del Postulatore della Causa, D. Jan Korycki. Come abbiamo visto ogni 17 del mese, D. Korycki ha continuato a lavorare e a pregare per la grazia della beatificazione. Grazie D. Jan per questo grande servizio a tutta la famiglia pallottina. Grazie anche a tutti gli amici della Venerabile per il vostro impegno continuo durante l’intero processo di beatificazione.

         Oggi raccomandiamo a Dio in un modo speciale tutta la Famiglia Pallottina affinché per l’intercessione di Maria, Regina del Cenacolo, di San Vincenzo, profeta di comunione e della sua figlia spirituale, la Venerabile Elisabetta Sanna, tutti possiamo dedicarci alla realizzazione del sogno profetico di San Vincenzo, ovvero essere e formare apostoli autentici di Gesù, Apostolo dell’Eterno Padre, al servizio della missione della Chiesa sparsa in tutto il mondo. Amen.

Don Jacob Nampudakam, Rettore Generale SAC


Roma, 17 febbraio 2016
Messa in onore della Ven. Elisabetta Sanna

 

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