La Sapienza relazionale - Incontro formativo delle Suore Pallottine

a cura di paolo (0 commenti)

Domenica 6 agosto 2023, giorno della trasfigurazione del Signore, nella Casa Madre, sede provinciale, in Via di Porta Maggiore, 34 , il Consiglio Provinciale ha organizzato una giornata di formazione aperta alle Suore vicine che  potevano intervenire. Con gioia sono state accolte anche cinque Suore Missionarie Pallottine.

A condurre la giornata è stato invitato Tonino Solarino. Suor Vittorina l’ha presentato come psicologo psicoterapeuta, insegnante, formatore e politico, Siciliano, ma soprattutto come uomo di comunicazione e di ascolto.

La giornata è iniziata nella bella Cappella della Comunità con la Celebrazione della Messa. A seguire la colazione e poi subito l’incontro intervallato da domande ed esperienze di condivisione a due a due e poi a quattro. La dinamica è stata molto buona in quanto tutte hanno potuto esternare sentimenti e vissuti personali.

Molti sono stati i punti che hanno toccato il cuore delle suore presenti. La relazione è stata sempre, fin dall’inizio dell’umanità, necessaria. L’uomo non può essere solo, ha bisogno di compagnia, di aiuto, di confronto, di stimoli, di dare e ricevere la parola. Anche nelle comunità come nelle famiglie e come in ogni luogo di lavoro o di convivenza non si può vivere senza relazioni sane e rispettose.

Attraverso domande appropriate ciascuna si è soffermata a chiedersi come è la sua prelazione e quali siano stati i momenti in cui ciascuna ha cantato la vita, come Maria di fronte ad Elisabetta.

Si è arrivati a chiedersi anche se si è capaci di condividere la vita, le gioie, i dolori ed anche le proprie fragilità. Tutto ciò può avvenire se si incontra lo sguardo del Signore.

Imitare Gesù, come dicono i santi e in modo particolare San Vincenzo Pallotti, vuol dire tessere trame relazionali di accoglienza, di intimità. Questa sapienza relazionale Gesù l’ha appresa nel cuore della Trinità e nella casa di Nazareth. Anche noi, se vogliamo crescere nella relazione, dobbiamo contemplare l’amore trinitario. Tre persone uguali e distinte in profonda comunione. Imparare da loro a vivere la danza delle relazioni.

Da qui il Professor Solarini ci ha portato a guardare le virtù dove ciascuna è salvata e valorizzata dalla virtù opposta come: la sapienza salvata dalla semplicità, l’obbedienza salvata dall’amore, la mitezza salvata dalla fortezza e via di seguito. E queste realtà si imparano solo ai piedi della Trinità.

Un altro aspetto che ha attirato l’attenzione di tutte è stata la differenza dall’essere sinceri all’essere consapevoli. Spesso l’altro mi fa male senza esserne consapevole. Siamo intrappolati dal potere, dal successo dalla dipendenza. Tre realtà che possono bloccare la nostra relazione oppure aprirla alla libertà, come ci insegna Gesù: “Padre perdona loro, non sanno quello che fanno”. E’ stato buono chiedersi quante siano le parole di Gesù depositate nel nostro cuore e quanto sia il desiderio di essere guarite dalle chiusure e dalla superficialità.

 Ci sono tante stanze chiuse dentro di noi. Lo Spirito ci aiuta ad aprirle e ad abitarle ed insieme a Gesù  ci abilita a scrivere il canto nuovo della vita.

Dai santi impariamo l’arte di arrivare agli altri con rispetto ed amore. San Francesco d’Assisi ci ripete che l’amore ci insegna l’arte di essere liberi, di obbedire e di saper rimanere dove l’obbedienza ci pone. Con San Giovanni Bosco chiedersi se gli altri si sentono amati e rispettati da noi e se quello che dico arriva al cuore dell’altro. Scoprire la danza relazionale che può iniziare ad esserci tra noi. E con Papa Francesco riappropriarsi delle tre parole: permesso, grazie e scusa. Tre semplici parole che danzano e invitano a continuare la danza relazionale in famiglia, in comunità e negli ambienti lavorativi.

L’altro santo che Solarini ha citato è stato S. Agostino il quale ci invita ad ascoltare l’altro e solo dopo a parlare con le sue parole, cioà con il linguaggio che lui comprende. L’amore è ordinato dice ancora S. Agostino. L’adulto è chi sa essere figlio, fratello, padre. Ed allora chiedersi: chi sono io nella relazione? Se so rispondere alla domanda e so rimanere al mio posto allora saprò anche educare – curare e governare la famiglia o la comunità. Sono figlia? Sorella? Madre? Lo Spirito santo educherà il mio cuore e mi guiderà ad ascoltare i vissuti, le intenzioni delle sorelle oltre che le sue parole.  Oggi c’è il rischio di stare attenti più ai contenuti e meno ai vissuti ed ancor meno alle intenzioni che sono “la terra nuova” dove l’altro vuole arrivare.

L’incontro si è concluso condividendo con una sola parola chiave ciò che ciascuna si porta con sé.

Eccone alcune:

formazione, interiorità, sapienza, ricerca, speranza, rispetto, consapevolezza, fiducia, umiltà, ascolto, relazione, gratitudine, bellezza, contemplazione, novità, danza, parole depositate nel cuore, condivisione, fraternità, stanza interiore, trinità, amore, luce, riposo, leggerezza.

Possiamo allora dire anche noi con San Vincenzo Pallotti: Signore, che nessuno mi sfiori invano.

 

Suor Stella Marotta

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