La preghiera in San Vincenzo e in Papa Francesco

a cura di paolo (0 commenti)

"Che cos'è la preghiera?"

Papa Francesco ha dedicato un ciclo di catechesi sull’importanza della preghiera, in modo particolare sulla Messa.

“La preghiera è silenzio, è imparare a dire "Padre", è farsi piccoli.

"Per comprendere la bellezza della celebrazione eucaristica desidero iniziare con un aspetto molto semplice: la Messa è preghiera, anzi, è la preghiera per eccellenza, la più alta, la più sublime, e nello stesso tempo la più 'concreta'. Infatti è l'incontro d'amore con Dio mediante la sua parola e il corpo e sangue di Gesù".

Pregare non è parlare con Dio come pappagalli. La Messa non è uno spettacolo.

Andiamo all'incontro vivo con Gesù, non a un museo”.

Papa Francesco non tralascia nessuna occasione per incoraggiare i fedeli ad elevare a Dio la preghiera di richiesta:

«Se la preghiera non è coraggiosa non è cristiana», spiega Francesco: bisogna avere coraggio «per sfidare il Signore», coraggio per «mettersi in gioco», anche se non si ottiene subito ciò che si chiede, perché nella preghiera «si gioca forte». Il Signore ci ha detto: «Chiedete e vi sarà dato», ricordato il Papa, secondo il quale «la preghiera cristiana nasce dalla fede in Gesù e va sempre con la fede oltre le difficoltà».(S.Marta 12 gennaio 2018)

 “Tante volte penso – dice il Papa – che noi non insegniamo al nostro popolo ad adorare. Sì, gli insegniamo a pregare, a cantare, a lodare Dio, ma ad adorare… La preghiera di adorazione, questa che ci annienta senza annientarci: nell’annientamento dell’adorazione ci dà nobiltà e grandezza”. E invita ad “adorare in silenzio con tutta la storia addosso e chiedere: “Ascolta e perdona”. “Ci farà bene – conclude il Papa - oggi, prendere un po’ di tempo di preghiera, con la memoria del nostro cammino, la memoria delle grazie ricevute, la memoria dell’elezione, della promessa, dell’alleanza e cercare di andare su, verso l’adorazione, e in mezzo all’adorazione con tanta umiltà dire soltanto questa piccola preghiera: ascolta e perdona”.

Molto importanti sono state le Giornate di preghiera e digiuno per la paceindette da Papa Francesco, l’ultima è stata venerdì 23febbraio 2018.Il nostro Padre celeste ascolta sempre i suoi figli che gridano a Lui nel dolore e nell’angoscia, «risana i cuori affranti e fascia le loro ferite» (Sal 147,3). 

“Rivolgo un accorato appello perché anche noi ascoltiamo questo grido e, ciascuno nella propria coscienza, davanti a Dio, ci domandiamo: “Che cosa posso fare io per la pace?”.Sicuramente possiamo pregare; ma non solo: ognuno può dire concretamente “no” alla violenza per quanto dipende da lui o da lei. Perché le vittorie ottenute con la violenza sono false vittorie; mentre lavorare per la pace fa bene a tutti!

Nell’Esortazione Apostolica Gaudete et Exsultate

 Papa Francesco fa leva più volte alla preghiera di supplica, di fiducia, di abbandono:

“Quando senti la tentazione di invischiarti nella tua debolezza, alza gli occhi al Crocifisso e digli: “Signore, io sono un poveretto, ma tu puoi compiere il miracolo di rendermi un poco migliore”. n° 15

“Anche tu hai bisogno di concepire la totalità della tua vita come una missione. Prova a farlo ascoltando Dio nella preghiera e riconoscendo i segni che Egli ti offre. Chiedi sempre allo Spirito che cosa Gesù si attende da te in ogni momento della tua esistenza e in ogni scelta che devi fare, per discernere il posto che ciò occupa nella tua missione. E permettigli di plasmare in te quel mistero personale che possa riflettere Gesù Cristo nel mondo di oggi.” n° 23

“Come dunque non riconoscere che abbiamo bisogno di fermare questa corsa febbrile per recuperare uno spazio personale, a volte doloroso ma sempre fecondo, in cui si intavola il dialogo sincero con Dio? In qualche momento dovremo guardare in faccia la verità di noi stessi, per lasciarla invadere dal Signore, e non sempre si ottiene questo se uno «non viene a trovarsi sull’orlo dell’abisso, della tentazione più grave, sulla scogliera dell’abbandono, sulla cima solitaria dove si ha l’impressione di rimanere totalmente soli». In questo modo troviamo le grandi motivazioni che ci spingono a vivere fino in fondo i nostri compiti”. n° 29 

Sulla stessa scia troviamo San Vincenzo Pallotti, il quale, non solo ci invita a riflettere sulla Preghiera, ma sappiamo che già molto giovane egli è un uomo di preghiera. Potremmo dire un uomo diventato preghiera, fino a scrivere:

“Voi, o mio Dio, che misericordiosamente mi avete creato e che con caritàperpetua mi avete amato, e mi amate, e che perciò avendo misericordia di me mi avete tirato a Voi, guidatemi, movetemi Voi secondo la vostra infinita misericordia in ogni pensiero, parola, e operazione”. (cfr. Vol. 10 - Pag. 134)

“Desiderando grandemente di amare Iddio, così vorrei e così intendo farlo nella sua efficacia avere amato, ed amare Iddio per dargli gloria infinita con perfezione infinita infinitamente da tutta l'eternità, per tutte l'eternità infinitamente, ma in modo che io nel medesimo tempo stessi nel Cielo, e nella terra; nel Cielo ad amare Iddio sommamente… (Vol. 10 - Pag. 69)

Dio mio… Non l'Intelletto, ma Dio, non la volontà, ma Dio… non l'anima, ma Dio, non la vista, ma Dio, non l'udito, ma Dio, non l'odorato, ma Dio, non il gusto, e la loquela, ma Dio…”(Vol. 10 - Pag. 131)

Nei suoi scritti troviamo:

«Il Silenzio del raccoglimento e della preghierafavorisce l’unione con Dio»

“C’è un mezzo infallibile comune a tutti,ed è la Preghiera fatta con umiltà, fiducia e perseveranza”(OOCC IV, 464)

«Tutti faranno spesso umili e ferventi giaculatorie, e specialmente quella che San Francesco di Sales chiamava «di Aspirazione e di Respirazione», con la quale l’anima umile, devota, senza parlare ma con il più vivo affetto del cuore, si slancia a Dio, e vorrebbe attirare a sé tutto Dio» - (OOCC VII, 71)

“Poiché il mezzo della preghiera, quanto è potente per assicurare il successo di ogni opera apostolica, altrettanto è facile e universale, così nessuno, di qualsiasi età, sesso, stato o condizione, è escluso dal far parte dell’Apostolato Cattolico, anzi, coloro che pregano sono giustamente considerati come una delle ‘classi’ più nobili e importanti.” (OOCC IV, 358

«Datemi, Signore, uno zeloardente, una sete inestinguibile di salvare le anime»
(OOCC X,265).

La sua immersione nella preghiera di ringraziamento dopo la Comunione lo portava a dire:“Per i meriti del Signore nostro Gesù Cristo sia distrutta in noi, ora e per sempre la nostra vita e la vita di Gesù Cristo sia la nostra vita.

Nello stesso modo offro all'eterno Padre tutta la vita di Gesù Cristo, perché in lui e per lui Dio sia infinitamente glorificato (OOCC X, 438-440). 

Contemplando l’Eucarestia così rifletteva:

“Dio è santità, e nella SS. Eucarestia mi nutre con la sua stessa santità infinita, distrugge tutta la mia malvagità e rimane in me Iddio, santità infinita”. Oh invenzione amorosa dell’Infinito Amore” (OOCC X, 459)

In raccoglimento, dopo la santa Messa, il nostro Signore Gesù Cristo mi ha fatto sentire... e Dio mi ha ispirato un vivo desiderio di andare in tutto il mondo per accorrere e provvedere a tutti in tutti i bisogni spirituali e temporali di tutte le creature   (OOCCX, 450 e 431). 

La sua preghiera è un’esperienza ineffabile, non traducibile in termini comuni, spesso fatta di brevissime espressioni o di silenzio, perché le parole non bastano; è una contemplazione silenziosa, adorante, un’ esperienza mistica di incontro personale con Gesù Cristo, più che dilettissimo Sposo dell’Anima…

La sua preghiera è trinitaria: è sempre  rivolta al Padre, al Figlio e allo Spirito Santo. La preghiera apostolica per le vocazioni, e ogni sua preghiera di offerta, di intercessione  e di benedizione ne sono esempi luminosi.

La sua preghiera è mariana; Maria ha un posto d’onore e un ruolo importantissimo nella vita spirituale di San Vincenzo. Non c’è nessuna invocazione a Dio che non sia espressa  per i meriti e l’ intercessione di Maria Santissima, più che innamoratissima Madre nostra.

Il suo rapporto con la Madonna culmina quando “la gran Madre della Misericordia, per trionfare col Miracolo di Misericordia sulla ingratitudine e inconcepibile indegnità del più miserabile fra i sudditi del suo Regno di Misericordia, si degna misericordiosissimamente fare lo Sposalizio spirituale e gli dà per dote quanto possiede e gli fa riconoscere il proprio divino Figlio, e s'impegna perché sia tutto internamente trasformato nello Spirito Santo”.  (cfr. OO. CC. Vol. 10 - Pag. 195)

La sua preghiera è universale: sempre per tutti e in unione con tutti gli Angeli e i santi, con  tutte le creature

La  preghiera di San Vincenzo  è trasformante, una immersione piena in Dio,  nel suo Amore e nella sua misericordia:

  • immerso nel sangue di Gesù confesso le vostre infinite magnificenze, e la mia grandissima miseria… (Vol. 10 - Pag. 29)
  • immerso nella vostra infinita misericordia… ( 10 - Pag. 204)
  • per giungere ad essere tutto immerso, e come trasformato nel vostro Divino Amore, nella infinita vostra Carità, e in tutto Voi stesso… (Vol. 13 - Pag. 53)
  • tuttotutto immerso in Dio, perciò immerso nella Purità per essenza… (Vol. 13 - Pag. 431)
  • per sempre immerso nel torrente dolcissimo della vera allegrezza…(Vol.13 Pag. 568) 

San Vincenzo scrive:

“Per ottenere operai idonei alla vigna del Signore, Gesù Cristo ci suggerisce due mezzi: la preghiera fervente e il servizio.

Infatti il comandamento di Gesù ai suoi Apostoli: “pregate il Padrone della Messe, perché mandi operai nella sua Messe” non lascia spazio al dubbio dell’efficacia della preghiera per la moltiplicazione dei ministri evangelici. E la dichiarazione fatta da Gesù che davanti a Lui hanno uguale merito e devono aspettarsi la stessa ricompensa il profeta, ossia colui che predica, e l’individuo che lo aiuta o collabora, avvalora e dimostra la necessità di quanto la carità coinvolga tutti per l’opera dell’evangelizzazione”.  (Appello di Maggio) 

“Ora quale cosa si può pensare più gradita a Dio del fine che si propone la Pia Associazione: cioè di lavorare, collaborare e pregare per la conversione delle anime? Dio ha creato gli uomini nel tempo per renderli felici eternamente. Egli “vuole che tutti gli uomini siano salvati e arrivino alla conoscenza della verità” (I Tim. 2,3). Per questo scopo dona le sue grazie e opera con la sua Provvidenza”. (Appello di Maggio) 

Suor Stella Marotta

 

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