La giornata di San Vincenzo Pallotti

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La giornata di San Vincenzo Pallotti

(dal Testo Sui Passi di San Vincenzo Pallotti: itinerario formativo UAC - Italia)

1) “Al mattino, appena desti, per accrescere la fiducia di ottenere la grazia di passar la giornata in pienezza e perfezione di opere sante”, San Vincenzo consiglia il segno di croce: “Da me nulla posso…” (OOCC VIII, 366).
Lo stesso segno di croce viene raccomandato ogni volta che si dà inizio ad un’opera o nella tentazione. “Chi si armerà del segno della croce può essere sicuro che farà quanto è per la gloria di Dio ed il bene della propria ed altrui anima” (OOCC III, 449).


2) Mentre ci vestiamo, meditiamo: “rivestitevi di sentimenti di misericordia, di bontà...” (Col 3, 12) e ringraziamo Dio del nuovo giorno, dell’acqua e di ogni altra creatura, con gratitudine e stupore.

3) Intenzione generale della giornata
Ogni cosa, anche la più piccola, farla (OOCC X, 524-528):
A.I.D.G. = Ad Infinitam Dei Gloria: Per l’infinita gloria di Dio
A.S.A. = Ad Salvandas Animas: Per la salvezza dei fratelli
A.D.P. = Ad Destruendum Peccatum: Per la distruzione del peccato
“In tutte le azioni penserò come le avrebbero compiute Gesù e Maria” (OOCC X, 5).
“Fare ogni cosa, anche la più piccola, con perfezione infinita”.

4) Entrando in Chiesa: Salutiamo Gesù, che sta “come in un trono di grazie, aspettandoci con amore infinito, per comunicarcele tutte” (cfr. OOCC XI, 44-46).
Centralità dell’Eucarestia: Tutta la giornata deve essere preparazione e ringraziamento alla Santa Messa, che è centro e fonte di vita.

5) Imitiamo, nella preghiera, San Vincenzo: l’uomo fatto preghiera.
Prima di essere l’uomo dell’azione, San Vincenzo è l’uomo della preghiera, anzi la sua efficace azione scaturisce dalla sua intima e continua unione con Dio, secondo le parole di Gesù: “Senza di me non potete far nulla” (Gv 15, 5).
Poca santità, poco apostolato. E questo vale per tutti.
Un neosacerdote, in partenza per la Francia, voleva parlare con Vincenzo, che stava pregando l’Ufficio. Non volle disturbarlo, ma - solo vedendolo - disse: “Il vedere quel santo uomo pregare così mi giova più di una predica”. Aveva “il dono di pregare molto” (OOCC X, 265), il dono “della preghiera perpetua” (OOCC X, 266).
San Vincenzo prega sempre e dappertutto, anche per strada. Cammina abitualmente a capo scoperto, perché si sente alla presenza di Dio. Adora la presenza di Dio, in ginocchio, quando esce o entra in camera. Prega mentre mangia, mentre riposa, mentre ascolta una persona, mentre osserva qualcosa.
La sua preghiera preferita è davanti al Tabernacolo.
Ma la sua preghiera non è staccata dalla vita: è dentro la vita, che permea, irrora di presenza di Dio. La sua preghiera è dentro la vita ordinaria e la vita è dentro la preghiera, che è vocale, mentale, contemplativa.
Se mangia, San Vincenzo ringrazia Dio per ogni cibo e bevanda: una vera liturgia di ringraziamento!
Se cammina per strada, benedice il Signore per ogni cosa, anche la più piccola, pensando che Dio l’ha creata per lui!
Se parla con una persona, l’ascolta, la venera, la rispetta quale tempio di Dio e, intanto, prega lo Spirito Santo!
Se incontra persone, le benedice, sapendo che il Signore si lega a quanto egli compie.
San Vincenzo parla a Gesù con familiarità delle persone più sofferenti.
Prega, intercedendo per i lontani da Dio, per coloro che offendono Dio o il prossimo.
La sua fiducia di essere esaudito è una certezza, perché sa che l’ispirazione a pregare per una persona viene da Dio: e se Dio ha dato l’ispirazione è solo perché vuole esaudirla; infatti San Vincenzo ringrazia subito come se avesse già ottenuto ciò che chiede.
È la certezza della fede vera! La fede di Maria a Cana.
San Vincenzo respira Dio: “In Lui siamo, ci muoviamo, respiriamo” (cfr. At 17, 28).
Cerca e trova Dio in tutte le cose: “Cercate Dio in tutto, lo troverete in tutto” (Lettera 382).
La sua preghiera è dentro la vita, perché fin da giovane si è impegnato alla imitazione di Gesù Cristo anche nelle cose minime e, prima di ogni azione, si chiede: “Come si sarebbe comportato Gesù Cristo?”
San Vincenzo vive l’attimo presente: presente a se stesso, alla volontà di Dio, ad ogni persona e ad ogni cosa che fa.
La sua preghiera, la sua meditazione, i suoi esami di coscienza riguardano realisticamente la sua vita, fin nei dettagli: “Chi sono io? Chi sei tu? Cosa vuoi che io sia?” E da questa preghiera, che è uno specchiarsi in Dio, l’immagine che guarda l’originale, nasce la sua reale convinzione di essere “uomo peccatore, il peggiore, il mostro d’ingratitudine, la causa dei peccati dell’umanità”. Ma, senza cadere nello scoraggiamento, vola verso l’infinita misericordia di Dio.
“Dio si è fatto uomo, perché l’uomo diventasse Dio”. Preghiera e carità-misericordia sono sempre insieme. L’opera di misericordia fatta all’uomo dispone all’unione con Dio, che è MISERICORDIA.
Una preghiera disincarnata non è vera preghiera.
Una preghiera solo verticale, senza carità fraterna, non è preghiera. Quanto più cresce l’unione con Dio, tanto più cresce l’amore, la passione per l’uomo.

6) Dalla meditazione del Vangelo, per San Vincenzo, sgorga, come da sorgente, una Parola che è luce alle azioni, ai comportamenti della giornata. Scegliamo anche noi una Parola semplice, che dice come si comportava Gesù, e su quel modello ripetiamoci spesso durante il giorno: “In questa azione
come si sarebbe comportato Gesù? Con questa persona come si sarebbe posto Gesù?” Unico specchio di riferimento: Gesù-Parola di vita eterna. San Vincenzo di questo principio ne fece una teologia: la chiamò dottrina ispirata e ne scrisse una “Memoria pratica quotidiana” (OOCC III, 34-39) da portare sempre con sé.

7) Durante la giornata: come San Vincenzo, qualunque cosa facciamo, facciamola con Gesù, per Gesù, in Gesù. Rispettiamo la dignità di ogni persona, che è immagine di Dio, e veneriamo in ognuno - soprattutto nei più poveri - la presenza viva, reale di Gesù. “Vorrei farmi piuma morbida...” diceva il nostro Santo! (OOCC X, 15 e 115)

8) Devozione a Maria, Madre e Maestra: S. Rosario e Consacrazione della nostra vita a Lei.

9) Esami di coscienza: San Vincenzo ne fa tre quotidiani, e li raccomanda a tutti (al mattino quello preventivo; poi la verifica a metà giornata e quella della sera). Non sono analisi scrupolose, deprimenti, scoraggianti, ma un mettersi davanti a Dio-Luce, Specchio, che ci rivela la nostra reale situazione e ci guarisce.
Questi esami, quotidiani, alla luce di Dio, dispongono alla riconciliazione e alla direzione spirituale. Proprio per prepararsi, mensilmente, alla direzione spirituale, San Vincenzo scriveva una relazione dettagliata, per verificare il suo cammino e riorientarlo.

10) Al termine del giorno, seguiamo l’esempio di San Vincenzo:
- Liberiamoci di ogni stato d’animo negativo: “Non tramonti il sole sopra la vostra ira e non date occasioni al diavolo”, perché ogni negatività turberà il nostro riposo e sarà “manna per il maligno” (cfr. Ef 4, 26-27).
- Se necessario, perdoniamo qualcuno e riconciliamoci.
- Gettiamo ogni preoccupazione nel Signore (cfr. 1 Pt 5, 7).
- Il sonno è il tempo “privilegiato” per l’azione di Dio: siamo in totale anestesia e Dio può agire; ma Dio rispetta la nostra libertà, perciò, prima di addormentarci, diamogli “carta bianca”, perché ci rinnovi: “Nel sonno rimargina le ferite dell’anima” (Inno dei Vespri, mercoledì).
- Entriamo nel sonno, come nella morte.
- Addormentiamoci con la Parola di Dio (non con romanzi di poco conto o immagini violente...).

Esercizio:
Cerca di orientare le tue giornate secondo questo prospetto.
Brani per la meditazione personale:
Col 3, 12-17 “Rivestitevi di sentimenti di misericordia... Tutto quello che fate in parole e opere...”
Mc 1, 21-35 La giornata di Gesù
Sal 119[118], 164 “Sette volte al giorno io ti lodo”
Col 2, 6-7 “Camminate nel Signore Gesù...”
Ef 6, 13-18 L’armatura del cristiano
Lc 12, 22-32 L’abbandono quotidiano alla Provvidenza
Ef 4, 26-27 “Non tramonti il sole sopra la vostra ira e non date occasione al diavolo”
Sal 118 [117], 24 “Questo è il giorno fatto dal Signore”

San Vincenzo Pallotti:
OOCC X, 5:
“In tutte le azioni penserò come le avrebbero compiute Gesù e Maria.”
OOCC III, 35-37:

“Nelle varie circostanze del giorno, prima di dare principio alle opere, dobbiamo considerare quali sarebbero in quel caso i pensieri del nostro Signore Gesù Cristo e quali gli affetti del suo cuore divino... Dovendo parlare... nell’uso del cibo, delle bevande, delle vesti e di ogni altra cosa creata... sul punto di prendere il riposo notturno e nella necessaria ricreazione... in tutto dobbiamo immaginare di vedere Gesù con la fiducia nella grazia che Egli ci vuole comunicare largamente per imitarlo.”

Manuale di Formazione “Chiamati per Nome”:
Cap. V, parte terza, III, pagg. 165-166: “Preghiera missionaria, preghiera pallottiana”


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