III domenica di Avvento - Anno C

a cura di paolo (0 commenti)

E noi che cosa dobbiamo fare? 

Dal Vangelo secondo Luca
Lc 3,10-18
 
In quel tempo, le folle interrogavano Giovanni, dicendo: «Che cosa dobbiamo fare?». Rispondeva loro: «Chi ha due tuniche, ne dia a chi non ne ha, e chi ha da mangiare, faccia altrettanto».
 
Vennero anche dei pubblicani a farsi battezzare e gli chiesero: «Maestro, che cosa dobbiamo fare?». Ed egli disse loro: «Non esigete nulla di più di quanto vi è stato fissato».
 
Lo interrogavano anche alcuni soldati: «E noi, che cosa dobbiamo fare?». Rispose loro: «Non maltrattate e non estorcete niente a nessuno; accontentatevi delle vostre paghe».
 
Poiché il popolo era in attesa e tutti, riguardo a Giovanni, si domandavano in cuor loro se non fosse lui il Cristo, Giovanni rispose a tutti dicendo: «Io vi battezzo con acqua; ma viene colui che è più forte di me, a cui non sono degno di slegare i lacci dei sandali. Egli vi battezzerà in Spirito Santo e fuoco. Tiene in mano la pala per pulire la sua aia e per raccogliere il frumento nel suo granaio; ma brucerà la paglia con un fuoco inestinguibile».
 
Con molte altre esortazioni Giovanni evangelizzava il popolo.

Parola del Signore

È L’ESULTANZA la nota di questa domenica, chiamata Gaudete, cioè “rallegratevi”, perché il Natale del Signore è vicino.

Alla gioia proclamata da Isaia (I Lettura): «Si rallegrino il deserto e la terra arida», fa eco la seconda lettura nella quale l’apostolo Giacomo raccomanda: «Rinfrancate i vostri cuori, perché la venuta del Signore è vicina!».

Il Vangelo, nella persona del Battista, ci presenta la caratteristica della gioia cristiana: non ha nulla di squillante, ma porta con sé i tratti del dubbio, del dolore, abitati però dalla speranza. Infatti, il Battista, nel buio del suo carcere, ha un momento di smarrimento e manda a chiedere se sia Gesù il Messia atteso. Teme di essersi sbagliato.

Come risposta il Cristo cita la Scrittura che si realizza, la promessa di Dio mantenuta: i ciechi vedono, gli zoppi camminano, ai poveri è annunciata la buona novella.

La gioia per i credenti ha la sua origine nella fede, dentro la Scrittura, nella speranza delle promesse di Dio realizzate in Cristo. Spesso la gioia del credente è una gioia crocifissa, ma nella fede è anche vero che il credente è crocifisso alla gioia!

Elide Siviero

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