22 Gennaio 2023 – Domenica della parola di Dio

a cura di paolo (0 commenti)

Vi annunciamo ciò che abbiamo veduto» (1Gv 1,3)

Nel mese di gennaio, come famiglia pallottina viviamo il grande Triduo in preparazione alla festa di San Vincenzo Pallotti che cade  domenica 22 gennaio e, quest’anno, anche la domenica della Parola coincide con la festa di San Vincenzo Pallotti.

Credo che il Fondatore sia proprio contento di partecipare a questa bella iniziativa voluta da Papa Francesco. Lui sapeva a memoria la Scrittura e desiderava che tutti i suoi figli spirituali imprimessero nella mente e nel cuore la rivelazione di Dio.

La Domenica della Parola di Dio 2023 ha per tema un’espressione tratta dalla Prima lettera di Giovanni: «Vi annunciamo ciò che abbiamo veduto» (1Gv 1,3). Da qui il titolo attribuito alla giornata che cade il 22 gennaio: Annunciatori della Parola! 

L’autore della 1Gv sottolinea che il Vangelo non è assimilabile a un contenuto o a un modello etico, ma è la partecipazione alla vita nuova del Signore Risorto, espressa da ripetuti incisi che delineano la vita “in Cristo”. 

Nell’esperienza cristiana c’è un momento dove tutto questo è vissuto in modo pieno: la celebrazione eucaristica.

Ricordiamo ancora con commozione ciò che Papa Francesco disse lo scorso anno in questa giornata “Sorelle e fratelli, la Parola di Dio ci cambia – la rigidità non ci cambia, ci nasconde –; la Parola di Dio ci cambia penetrando nell’anima come una spada (cfr Eb 4,12).

Perché, se da una parte consola, svelandoci il volto di Dio, dall’altra provoca e scuote, riportandoci alle nostre contraddizioni. Ci mette in crisi. Non ci lascia tranquilli, se a pagare il prezzo di questa tranquillità è un mondo lacerato dall’ingiustizia e dalla fame, e a farne le spese sono sempre i più deboli.

Sempre pagano i più deboli. La Parola mette in crisi quelle nostre giustificazioni che fanno dipendere ciò che non va sempre da altro e dagli altri. Quanto dolore sentiamo nel vedere i nostri fratelli e sorelle morire sul mare perché non li lasciano sbarcare!

E questo, alcuni lo fanno in nome di Dio. La Parola di Dio ci invita a uscire allo scoperto, a non nasconderci dietro la complessità dei problemi, dietro il “non c’è niente da fare”, “è un problema loro”, “è un problema suo”, o il “che cosa posso farci io?”, “lasciamoli lì”.

Ci esorta ad agire, a unire il culto di Dio e la cura dell’uomo. Perché la sacra Scrittura non ci è stata data per intrattenerci, per coccolarci in una spiritualità angelica, ma per uscire incontro agli altri e accostarci alle loro ferite. Ho parlato della rigidità, di quel pelagianesimo moderno, che è una delle tentazioni della Chiesa.

E quest’altra, cercare una spiritualità angelica, è un po’ l’altra tentazione di oggi: i movimenti spirituali gnostici, lo gnosticismo, che ti propone una Parola di Dio che ti mette “in orbita” e non ti fa toccare la realtà. La Parola che si è fatta carne (cfr Gv 1,14) vuole diventare carne in noi.

Non ci astrae dalla vita, ma ci immette nella vita, nelle situazioni di tutti i giorni, nell’ascolto delle sofferenze dei fratelli, del grido dei poveri, delle violenze e delle ingiustizie che feriscono la società e il pianeta, per non essere cristiani indifferenti, ma operosi, cristiani creativi, cristiani profetici.”

Queste parole ci invitano ad amare la Parola e a farla diventare ogni giorno di più “parte di noi”. 

Sr Stella Motta

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