Celebrazione Finale Del CCG - 2023

a cura di paolo (0 commenti)

Durante questa Messa concludiamo ufficialmente la riunione del Consiglio di Coordinamento Generale dell'Unione dell'Apostolato Cattolico. Per quattro giorni, nella casa delle Suore Pallottine Missionarie dove abbiamo ricevuto un’accoglienza e un’ospitalità straordinarie, abbiamo potuto condividere l'esperienza della famiglia pallottina proveniente da cinque continenti.

Uso questa parola "famiglia" molto consapevolmente. Abbiamo potuto sperimentare che siamo fratelli e sorelle in un'unica famiglia carismatica il cui padre è San Vincenzo Pallotti.

Questa conclusione coincide con il completamento del nostro cammino spirituale di preparazione alla celebrazione della Solennità della Resurrezione, nella chiesa del SS. Salvatore in Onda. Nella nostra chiesa ci siamo incontrati come membri dell'Unione dell'Apostolato Cattolico ogni mercoledì.

Abbiamo ascoltato una serie di omelie che ci hanno mostrato diversi aspetti della conversione e della trasformazione spirituale. A me è stato affidato il tema: “La Conversione all’altro: allargare i cerchi delle relazioni e di fraternità”.

Oggi ci riuniamo come comunità che vuole approfondire in noi l'ispirazione del carisma pallottino. In questo luogo, presso l'altare con le sue Reliquie, possiamo renderci conto al meglio di questo. Guardando il corpo di San Vincenzo deposto sotto l’altare con i paramenti liturgici del XIX secolo, cerchiamo di capire quali sarebbero le sue indicazioni e le sue ispirazioni se fosse vivo oggi, nel XXI secolo.

Omelia

La prima lettura di oggi è la storia di tre ragazzi costretti ad adorare un idolo. Un re crudele li costringe alla sottomissione. Loro si rifiutano. Credono nell'esistenza di un vero Dio che può salvarli sia dalla fornace ardente sia dalla mano del re despota. Credono in un Dio che è come un Padre buono, anche se non lo chiamano così. Questa fede dà loro forza e libertà interiore.

Ci vuole coraggio e una libertà incredibili per rispondere al sanguinario sovrano: "Se il nostro Dio, che noi serviamo, vuole salvarci dalla fornace ardente, può salvarci dalla tua mano, re!".

La storia si conclude con un lieto fine. Non solo i tre giovani conservano la loro vita, ma il re stesso comincia a pensare e a credere come loro. Le sue parole sono sconvolgenti: "Benedetto sia il Dio di Shadrak, Meshak e Abed-Neg, che ha mandato il suo angelo a salvare i suoi servi". Si potrebbe dire che diventano amici e fratelli.

La storia di Gesù a prima vista non si è conclusa con un lieto fine. Gli ultimi capitoli del Vangelo ci parlano della condanna a morte, della croce e della sepoltura. L'odio umano, il desiderio di potere e la lotta per il potere hanno portato alla distruzione di un uomo innocente. Tuttavia, se leggiamo i Vangeli fino in fondo, se leggiamo gli Atti degli Apostoli e le Lettere degli Apostoli, scopriamo che anche questo dramma ha un lieto fine.

La morte e la risurrezione di Gesù, il suo amore per l'uomo, hanno fatto sì che le persone trovassero la strada della fratellanza. Saulo, che aveva perseguitato e ucciso i discepoli di Gesù, diventa Paolo e amico di Pietro. Qui a Roma, entrambi hanno dato la vita per la loro fede in Gesù risorto e per la forza del suo amore.

San Paolo scrisse agli Efesini: "Cristo è la nostra pace. Egli ha fatto dei due popoli uno solo, perché ha abbattuto il muro che le separava: l'ostilità".

Cristo ha dato la sua vita "per creare in sé un solo uomo nuovo da due specie di uomini, facendo la pace e riconciliando così l'uno e l'altro a Dio in un solo corpo per mezzo della croce, avendo messo a morte in sé l'ostilità. (...) Per mezzo di lui, gli uni e gli altri, in un solo Spirito, abbiamo accesso al Padre" (Ef 2,14-17).

La verità della riconciliazione attraverso l'incontro con Gesù crocifisso e risorto risuona ancora oggi nella liturgia. Le parole del prefazio della preghiera eucaristica sulla riconciliazione sono bellissime:

“Riconosciamo il tuo amore di Padre quando pieghi la durezza dell’uomo,
e in un mondo lacerato da lotte e discordie lo rendi disponibile alla riconciliazione.

Con la forza dello Spirito tu agisci nell’intimo dei cuori,
perché i nemici si aprano al dialogo,
gli avversari si stringano la mano e i popoli si incontrino nella concordia.

Per tuo dono, o Padre, la ricerca sincera della pace estingue le contese,
l’amore vince l’odio e la vendetta è disarmata dal perdono”.

Cari fratelli e sorelle, pronuncio queste parole, che provengono dal cuore del Vangelo, durante la liturgia di oggi perché mi è stato chiesto di fare quest'ultima riflessione sull'idea di fraternità. Papa Francesco ci ha regalato la meravigliosa enciclica "Fratelli tutti" nel 2020. È un testo profondo, pieno di umanità, a volte poetico. Sono convinto che molti dei suoi passaggi passeranno alla storia dell'umanità.

È una sorta di poema in omaggio alla fraternità. Quando leggiamo le sue parole, può risvegliarsi in noi un autentico desiderio di un mondo in cui prevalga la vera fraternità. Il Papa scrive:

"Oggi, mentre avanziamo lungo il cammino tracciato dai padri del Concilio (Vaticano II), ci rendiamo conto che abbiamo bisogno non solo di una Chiesa nel mondo moderno e in dialogo con esso, ma soprattutto di una Chiesa che serva l'umanità, si prenda cura del creato, e proclami e realizzi una nuova fraternità universale in cui le relazioni umane siano guarite dall'egoismo e dalla violenza e siano basate sull'amore reciproco, sull'accettazione e sulla solidarietà".

In queste parole è contenuto un programma per ogni discepolo di Cristo, per ogni membro della nostra famiglia pallottina ma non solo,anche per ogni persona di buona volontà. La fraternità evangelica riguarda relazioni interpersonali guarite dall'egoismo e dalla violenza. Si tratta di relazioni basate sull'amore reciproco, sull'accettazione e sulla solidarietà.

La vera fraternità non si basa solo su legami di sangue. Non si basa solo sui geni affini del DNA. È vero che questi legami biologici non sono del tutto irrilevanti. Ma la storia umana e la storia biblica ci insegnano che un fratello può tradire e uccidere il proprio fratello. Caino uccide Abele.

I figli di Giacobbe vendono il fratello Giuseppe come schiavo in Egitto. Le due sorelle conosciute nei Vangeli, Maria e Marta, le sorelle di Lazzaro, litigano tra loro. Il figliol prodigo non riesce a riconciliarsi con il fratello maggiore, che nutre risentimento nei confronti del padre.

La vera fraternità è quindi qualcosa di più. Gesù ci dà la chiave per capire l'essenza della fraternità: ogni persona è nostro fratello quando riconosciamo in lui un figlio di Dio. San Vincenzo Pallotti tornava spesso all'idea biblica che ogni essere umano è stato creato a immagine e somiglianza di Dio. Gesù ha espresso questa verità in modo ancora più enfatico.

Ci ha insegnato a chiamare Dio “Padre nostro". Non siamo solo un'immagine, ma figli di Dio. Inoltre, Gesù, il Figlio di Dio incarnato, in qualche modo si è identificato con ciascuno di noi. È per questo che ogni bicchiere d'acqua che diamo con amore a un'altra persona finisce nelle mani di Gesù. È per questo che ogni pezzo di pane che condividiamo con gli altri diventa anche un cibo per Gesù, il Figlio di Dio.

Il tema della fratellanza evangelica è un tema bellissimo che tocca delicatamente le corde dei nostri sogni e delle nostre speranze per la salvezza finale di tutta l'umanità. Vi incoraggio a leggere l'enciclica e a meditare su di essa.

Concludo con la preghiera con cui Papa Francesco ha concluso il suo testo. In questa preghiera ci sono molte parole che Pallotti usava spesso ai suoi tempi.

Ascoltiamola in piedi. Sia questa la nostra preghiera dei fedeli nella liturgia di oggi.

Dio nostro, Trinità d’amore,
dalla potente comunione della tua intimità divina
effondi in mezzo a noi il fiume dell’amore fraterno.

Donaci l’amore che traspariva nei gesti di Gesù,
nella sua famiglia di Nazaret e nella prima comunità cristiana. 

Concedi a noi cristiani di vivere il Vangelo
e di riconoscere Cristo in ogni essere umano,
per vederlo crocifisso nelle angosce degli abbandonati
e dei dimenticati di questo mondo
e risorto in ogni fratello che si rialza in piedi.


Vieni, Spirito Santo! Mostraci la tua bellezza
riflessa in tutti i popoli della terra,
per scoprire che tutti sono importanti,
che tutti sono necessari,
che sono volti differenti della stessa umanità amata da Dio.
Amen.

P Zenon Hanas, SAC
Superiore Generale della SAC
Roma, 29 marzo 2023

 

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