Avvento e Natale 2019

a cura di paolo (0 commenti)

Tutti i confini della terra,
hanno veduto la salvezza del nostro Dio

(Sal. 98, 3)

Avvento e Natale 2019 

Carissime sorelle

            La liturgia dell’Avvento e del Natale ci invita a meditare sulla virtù della speranza, dono ricevuto nel battesimo come presupposto necessario per affrontare la vita. È una virtù che non nasce dalla forza umana, ma da Dio che la infonde attraverso lo Spirito Santo.

            É la virtù di colui che si trova in cammino e che ancora non ha raggiunto ciò che desidera. San Tommaso afferma “che la giovinezza è fonte di speranza”. Ma, allora, possiamo pensare che gli anziani dovrebbero sperare meno? No, perché la speranza come virtù divina, rende tutti più giovani. Il profeta Isaia parlando della speranza ci dice: “Quelli che sperano nel Signore, riacquistano forza,mettono ali come aquile e corrono senza affannarsi,camminano senza stancarsi” (Is 40, 31). Sono parole che ci spingono a sperare nel trionfo di Dio contro tutte le certezza umane.

 “Tutti i confini della terra hanno veduto la salvezza del nostro Dio”, dice il Salmista. Gesù con la sua nascita,ha distrutto la tristezza e la paura della morte e ci ha donato la gioia delle promesse eterne. Non ha escluso nessuno dalla felicità,è venuto per la liberazione di tutti. Così il Dio,santo e misericordioso, ci ha aggraziato con la sua salvezza.

            Anche San Paolo nella lettera ai Galati conferma questo atteggiamento dicendo: “…quando venne la pienezza del tempo Dio mandò il suo Figlio, nato da una donna, nato sotto la legge, per riscattare coloro che erano sotto la legge, perché ricevessimo l’adozione a figli” (Gal 4,4-5). Gesù, il Figlio di Dio, entra nella natura umana per sanare la rottura causata dal peccato.

            Care sorelle, tutto ciò ci invita a vivere il Natale come un’opportunità privilegiata per ricordareil senso ed il valore delle nostra esistenza. Il Figlio di Dio si umanizza, assume la miseria umana per divinizzarci, per ristabilire la nostra relazione con il Creatore. Questa solennità ci aiuta a riflettere, da una parte, sulla drammaticità della storia nella quale gli uomini, feriti dal peccato, sono alla ricerca della felicità; dall’altra, ci sollecita a meditare sulla bontà misericordiosa di Dio, che viene incontro a noi per comunicarci direttamente la verità che salva, e per renderci partecipi della sua amicizia e della sua vita.

            Possiamo chiederci: Qual è la verità che salva? Certamente non è altra che l’AMORE. Così come Lui ci ama dobbiamo amarci. Tutte apparteniamo alla natura umana con il desiderio comune di raggiungere la santità, che diventerà realtà se, lasciandoci guidare dalla grazia, assumiamo il cammino d’identificazione con Gesù, Apostolo del Padre.

            Nell’ultimo Capitolo è stato fortemente ribadita la necessità di crescere nelle relazione fraterne in comunità per essere testimonianza profetica di unità e di comunione. Penso che contemplando l’umanità di Gesù avremo la grazia e la forza di intraprendere questo cammino di conversione. Però, riusciremo a cambiare nella misura in cui accettiamo la nostra realtà umana, cioè, i nostri doni e i nostri limiti.

            Per dare più vitalità a questo tempo liturgico suggeriamo che, ognuna faccia l’esercizio di valorizzare i doni delle consorelle, allontanando la tentazione di guardare i difetti degli altri.Prepariamoci a vivere questo Natale con umiltà e semplicità, disponendoci a ricevere i doni che il Signore ci vuole elargire. Chiediamo a Gesù Bambino che ci renda aperte alle necessità dei fratelli più poveri e bisognosi.

            La liturgia dell’Avvento ci presenta Maria come vera protagonista che porta in grembo il Verbo Incarnato e che è prossima al parto.Accompagniamo, la missionaria per eccellenza, che è stata capace di attraversare il deserto e le montagne della Galilea per mettersi a servizio di Elisabetta. Portando in grembo Gesù, Maria,è immagine della Chiesa missionaria, che porta al mondo l'annuncio del Salvatore.

            La madre del Signore è chiamata beata perché ha creduto nella parola dell’angelo che disse: “non temere, Maria, perché hai trovato grazia presso Dio” (Lc 1,30); da questo momentosi è affidata completamente a Dio dicendo: “Eccomi, sono la serva del Signore” (Lc 1,38).Lei, ha fatto di séun’offerta al Padre e ha donato il suo Figlio all’umanità. Meditiamo sulla grandezza, sull’umiltà e sul servizio di Maria. Allarghiamo il nostro sguardo per scoprire come vivere meglio la dimensioni missionaria nel luogo concreto dove viviamo.

            Per approfondire questa riflessione vorrei concludere con la poesia “Perché sono nato, dice Dio” di Lambert Noben. 

Sono nato nudo, dice Dio,
affinché tu sappia spogliarti di te stesso.

Sono nato povero,
affinché tu possa considerarmi l’unica ricchezza.

Sono nato in una stalla,
affinché tu impari a santificare ogni ambiente.

Sono nato debole, dice Dio,
affinché tu non abbia mai paura di me.

Sono nato per amore,
affinché tu non dubiti mai del mio amore.

Sono nato di notte,
affinché tu creda che posso illuminare qualsiasi realtà.

Sono nato persona, dice Dio,
affinché tu non abbia mai a vergognarti di essere te stesso.

Sono nato uomo,
affinché tu possa essere “dio”.

Sono nato perseguitato,
affinché tu sappia accettare le difficoltà.

Sono nato nella semplicità,
affinché tu smetta di essere complicato.

Sono nato nella tua vita, dice Dio,
per portare tutti alla casa del Padre. 

Con grande gioia e speranza di vita nuova auguriamo a tutte 

                                              UN FELICE E SANTO NATALE ! 

 


Sr. IveteGarlet | Superiora Generale

 

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