Assemblea delle Superiore Regina Apostolorum

a cura di paolo (0 commenti)

E’ sempre una grande gioia ritrovarsi insieme, per iniziare un anno insieme e benedirci reciprocamente… Questa giornata la vogliamo vivere all’insegna dell’Ascolto e della Condivisione.

Come leggiamo nel libro dell’Apocalisse (2,7).: "Chi ha orecchi, ascolti ciò che lo Spirito dice alle Chiese " e personalizzando diciamo: "Chi ha orecchi, ascolti ciò che lo Spirito dice, OGGI, alla nostra Provincia”.

    Le parole dell'Apocalisse, in questo tempo di cammino sinodale, nel contesto della pandemia e di un'ulteriore disastrosa guerra, risuonano nel nostro cuore, come un invito forte a rimetterci in moto, fidandoci dell'azione dello Spirito che scombina i nostri piani per poi ri-creare l'armonia.

   E’ un momento di Grazia grande, quello che stiamo vivendo: lo abbiamo sperimentato nel vissuto di quest'anno, alla luce della Parola e del Cammino della Provincia nelle nostre comunità.

   E’ un tempo favorevole, un kairos, in cui siamo chiamati a lasciarci smuovere dal vento dello Spirito e a vincere le tentazioni del “si è sempre fatto così” e del pessimismo sterile.

  Oggi, in quest’assemblea, vogliamo vivere una reale esperienza sinodale, vogliamo ascoltarci nella comunione profonda, perché tutte noi conosciamo bene la situazione reale che stiamo vivendo, ma “non per piangerci addosso…”.

   Siamo nel Cenacolo e lo Spirito di Sapienza e di Discernimento vuole ispirarci, vuole parlarci e farci conoscere qual è la Volontà di Dio sulla nostra Provincia, nell’OGGI della nostra Storia.

Abbiamo vissuto il Capitolo Provinciale all’insegna della Profezia. Oggi la domanda

che vogliamo far risuonare nel nostro cuore è la seguente:

Che cosa, in questo momento storico, non aiuta la mia Vita Consacrata Pallottina ad essere presenza profetica sinodale?

Che cosa potenziare, in me… in noi… per essere realmente donne profetiche?

Come essere Responsabili di comunità che aiutano le sorelle che ci sono state affidate a   percorrere strade di autentica profezia?

In questi anni ci prepareremo al Giubileo del 2025 ed al Capitolo Generale, avendo come orizzonte l’Enciclica Fratelli tutti di Papa Francesco.

Ci ritroveremo con lo spirito del samaritano della parabola del Vangelo di Luca, davanti a cui, scrive il Papa nella Fratelli tutti: “tutti abbiamo una responsabilità riguardo a quel ferito che è il popolo stesso e tutti i popoli della terra. Prendiamoci cura della fragilità di ogni uomo, di ogni donna, di ogni bambino e di ogni anziano, di ogni Suora della mia comunità… con quell’atteggiamento solidale e attento, l’atteggiamento di prossimità del buon samaritano” (n.79).

In questi anni sono previsti tanti incontri di preparazione… Già alcune nostre consorelle hanno partecipato, presso il Vaticano, al primo incontro… La tematica è stata “Chinarsi sulla vita” per condividere le esperienze di infermità e di cura negli ambiti dei nostri impegni apostolici, al servizio delle persone più deboli e fragili… ce ne saranno altri…. Abbiamo tanti mezzi e sussidi… ad ogni livello: Ecclesiale, Congregazionale, Provinciale…

LE NOSTRE TRADIZIONI: C…. C….

Custodire la storia che ci ha generato e

Costruire una Storia generativa

Il primo aspetto: siamo figli di una storia da custodire.

Le nostre Tradizioni sono le nostre radici, che abbiamo ricevuto venendo nella nostra Congregazione, che ci ha preceduti e generati. Non l’abbiamo scelta noi, ma l’abbiamo ricevuta in dono; ed è un dono che siamo chiamati a custodire. Perché, come ci ricorda il Libro del Siracide, siamo «i posteri» di chi ci ha preceduto, siamo la loro «preziosa eredità» (Sir 44,11).

Per accogliere veramente chi siamo e quanto siamo preziosi, abbiamo bisogno di assumere in noi coloro da cui discendiamo, coloro che non hanno pensato solo a sé stessi, ma ci hanno trasmesso il tesoro della vita.

Siamo qui a dire il nostro grazie al Fondatore, ma anche grazie a tutte le nostre suore, che ci hanno fatto sperimentare il loro amore, la loro passione per la vita consacrata pallottina, il loro senso di appartenenza, la loro vita di preghiera continua nelle occupazioni della giornata, il Carisma apostolico nella semplicità della vita….

Grazie a ciascuna di loro abbiamo ricevuto una carezza da parte della storia che ci ha preceduto: abbiamo imparato che il bene, la tenerezza, la saggezza, la carità, la forza della fede nella Provvidenza, la vita di famiglia, sono radici salde della vita pallottina. Grazie a loro abbiamo scoperto una fede viva; sì, è così, perché la vita in Dio si comunica essenzialmente così, si comunica attraverso l’affetto e l’incoraggiamento, la cura e la vicinanza.

Questa è la nostra storia da custodire, la storia di cui siamo eredi. Il Fondatore e le nostre Suore, dalle prime alle ultime che ci hanno precedute: Suor Benedetta, Suor  Vincenza, Suor Beatrice… hanno impresso in noi il timbro originale del loro modo di essere, dandoci dignità, fiducia in noi stessi e negli altri. Essi ci hanno trasmesso qualcosa che dentro di noi non potrà mai cancellarsi e, allo stesso tempo, ci hanno permesso di essere Suore pallottine uniche e originali.

Ma custodire la Storia che ci ha generato significa anche tornare sempre a quella scuola, dove abbiamo appreso e vissuto l’amore. Significa, di fronte alle scelte da prendere oggi, domandarci che cosa farebbero al nostro posto il Fondatore, le Suore che abbiamo conosciuto, che cosa ci consigliano o ci consiglierebbero?

Fare memoria, custodire l’eredità: nella nebbia della dimenticanza che assale i nostri tempi vorticosi, è fondamentale prendersi cura delle radici. È così che cresce l’albero, è così che si costruisce il futuro.

Secondo aspetto: siamo artigiani di una storia da costruire.

Il mistero della vita umana è questo: siamo tutti figli di qualcuno, generati e plasmati da qualcuno, ma diventando adulti siamo anche chiamati a essere generativi, padri, madri e nonni di altri. Entriamo in noi stesse e riflettiamo: guardando alla persona che sono oggi, che cosa voglio fare di me stessa?

Le nostre Suore che hanno sognato, sperato e si sono sacrificate per noi, ci rivolgono un interrogativo fondamentale: che Congregazione, che Provincia, che comunità… vogliamo costruire? Abbiamo ricevuto tanto dalle mani di chi ci ha preceduto: che cosa vogliamo lasciare in eredità?

Ho un ruolo unico e insostituibile nella storia: che traccia sto lasciando dietro al mio cammino? Che cosa sto lasciando a chi mi segue? Che cosa sto dando di me?  Sto generando vita? Sto immettendo nella storia un amore nuovo e rinnovato?

Coloro che ci hanno preceduto ci hanno trasmesso una passione, una forza e un sogno, un Fuoco che tocca a noi ravvivare; non si tratta di custodire delle ceneri, ma di ravvivare in noi il Fuoco che esse hanno acceso.

Ora, tocca a noi non deluderle. Tocca a noi farci carico di questa Tradizione che abbiamo ricevuto, perché la Tradizione è la fede viva di coloro che ci hanno preceduti...

Sostenute da loro, dalle nostre consorelle, che sono le nostre radici, tocca a noi portare frutto. Siamo noi i rami che devono fiorire e immettere semi nuovi nella Storia di oggi.

Sorelle, è facile criticare, ma il Signore non ci vuole solo critici del sistema…                    Il Signore vuole che siamo artigiani di una storia nuova, tessitori di speranza, costruttori di futuro!

È un avvenire possibile se, con l’aiuto di Dio, non spezziamo il legame con chi ci ha preceduto e alimentiamo il dialogo con chi verrà dopo di noi: giovane e anziane.

Suor Vittorina D’Imperio, SAC
Superiora Provinciale

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