Omelia Padre Generale 17.10.2015

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17 Ottobre 2015

Nella meditazione di oggi abbiamo visto che Dio è misericordioso edè semprepronto a perdonarci. Secondo Papa Francesco, la misericordia di Dio non è un’idea astratta, ma si incarna nel volto di una persona: Gesù Cristo. È lui che rende evidente l’amore del Padre. Quindi, chi hasperimentato l’amore di Dio è capace di aprirsi agli altri e alla vita apostolica.

Oggi celebriamo anche la memoria di San Ignazio di Antiochia.

Sant’Ignazio fu il terzo Vescovo di Antiochia, in Siria, Vescovo cioè della terza metropoli del mondo antico dopo Roma e Alessandria d’Egitto. La sua esperienza di fede lo fa camminare verso il martiro con molta gioia, perché il Signore è la sua forza e la sua speranza.

Durante il suo viaggio, da Antiochia a Roma, il Vescovo Ignazio scrisse sette lettere, che sono considerate non inferiori a quelle di San Paolo: ardenti di misticismo e sfolgoranti di carità. In queste lettere, il Vescovo avviato alla morte, raccomandava ai fedeli di fuggire il peccato; di guardarsi dagli errori degli Gnostici; soprattutto di mantenere l'unità della Chiesa. Davanti alla morte diceva: Lasciatemi essere il nutrimento delle belve, dalle quali mi sarà dato di godere Dio. Io sono frumento di Dio. Bisogna che sia macinato dai denti delle belve, affinché sia trovato puro pane di Cristo.

Pertanto, c’è solo una porta per entrare nel Regno di Dio, e quella porta è Gesù.

Ma come capire che la porta vera è Gesù?

Gesù non solo è la porta: è il cammino, è la strada. È lui che dà la vita. È una porta di amore, è una porta che non ci inganna, non è falsa. Dice sempre la verità. Ma con tenerezza e con amore.

Purtroppo l’uomo continua ad essere tentato ancora oggi da ciò che è stato all’origine il peccato originale, cioè dalla voglia di avere la chiave di interpretazione di tutto, la chiave e il potere di fare la sua strada, qualsiasi essa sia, di trovare la sua porta. E quella è la prima tentazione: conoscerai tutto. A volte abbiamo la tentazione di voler essere troppo padroni di noi stessi e non umili figli, servi del signore. E questa è la tentazione di cercare altre porte per entrare nel Regno di Dio. Perciò dobbiamo pregare per ottenere la grazia di bussare sempre a quella porta che a volte è chiusa; noi siamo tristi, desolati e abbiamo problemi a bussare. La preghiera ci aiuta a trovarela forza per non andare a cercare altre porte che sembrano più facili, più confortevoli, ma di andare invece a cercare sempre quella giusta: Gesù. E Gesù non delude mai, Gesù non inganna. Ha dato la sua vita per me. Secondo Papa Francesco, ciascuno di noi deve dire questo:“per favore, apri, perché io possa entrare. Chiediamo la grazia di bussare sempre a quella porta e di dire: Apri, Signore, che voglio entrare per questa porta”.

Abbiamo appena sentito il Vangelo che parla sul peccato contro lo Spirito Santo. Su questo argomento alcuni fedeli si domandano:“Ho commesso tanti peccati, avrò offeso lo Spirito Santo? Non ci sarà più perdono in eterno?”

Ma quali sono dunque i peccati contro lo Spirito Santo?

Eccoli: Disperazione per la salvezza. Presunzione di salvarsi senza merito. Impugnare la verità conosciuta. Invidia della grazia altrui. Ostinazione nei peccati. Impenitenza finale.

Così li troviamo descritti nel Catechismo di Pio X.

Che cosa è la disperazione per la salvezza?

“Gesù non mi può salvare”, questa è la bestemmia contro lo Spirito Santo.

Egli infatti ha reso e continua a rendere testimonianza che Gesù è il Signore, il Figlio di Dio venuto a cancellare i peccati del mondo con la sua morte e risurrezione. La Scrittura dice che Dio vuole che tutti gli uomini siano salvati e arrivino alla conoscenza della verità. (1Tm 2,4).

Il credente non deve vivere nella paura di non essere salvato. Ciò costituisce un grave affronto alla bontà di Dio, Padre di infinita misericordia.Neppure dobbiamo dar credito alle tentazioni, per quanto siano terribili, o agli scrupoli che ci tormentano e ci fanno dubitare di essere salvati. Neanche per scherzo si deve dire: Chissà se mi salvo? Nulla ti turbi, ci ripete la sapienza dei santi. Dio offre a tutti la salvezza e i mezzi per raggiungerla.

Chi si dispera rischia di rompere in modo definitivo, da parte sua naturalmente, tutti i buoni rapporti con Dio. Ha combinato tanti pasticci, ha infranto ogni buon comportamento con il suo prossimo, ha offeso profondamente Dio, scartando il suo amore, ha messo il suo “io” al di sopra di “Dio”, insomma si è scapricciato fino alla frenesia e, infine, si è convinto che Gesù non ha il potere di perdonare i suoi errori. Un simile pensiero e comportamento non è altro che uno schiaffo a Dio che è impastato di amore e di misericordia e che per i peccatori ha inviato suo Figlio.

Il mio grido, e non solo mio, è questo: Permettete che Gesù vi perdoni e vi inondi del suo amore.

Se tu non vuoi che questo ti succeda bisognerà che tu stesso vinca questa terribile tentazione, questo angoscioso dubbio, ti decida di tornare presto nella casa del Padre.

Come?

Tieni bene a mente che Dio è un vero Padre, con un cuore che ama e non odia mai.

Dio è Amore. Amore infinito.

Se ti rivolgi a Lui vedrai che egli già ti corre incontro, ti butta le braccia al collo, ti fa nuovo.

Riconosci i tuoi peccati e permettigli di perdonarti e di darti una mano perché l’amore vero prenda possesso del tuo cuore.

Per non aver paura della morte, il tuo impegno deve essere questo: fa’ bene il tuo dovere, fidati di Dio, fa’ del bene a tutti e del male a nessuno e sta allegro. Così diceva San Giovanni Bosco.

Seguiamo questo consiglio.

Chiediamo oggi al Signore la grazia della vera fede in lui, perché possiamo vivere bene e fare bene tutte le cose per la sua maggior gloria.

Che l’esempio dei santi ci aiuti ad avere la piena fiducia in Dio, perché lui è la nostra unica certezza e speranza. Amen.