Tempo di Coronavirus

a cura di paolo (0 commenti)

La comunità del generalato è in casa, come tutte le famiglie del mondo, e vive in isolamento. Certamente c’è un modo per vivere un “buon” isolamento. Tra le interviste, a riguardo, mi piace citarne una fatta ad un monaco francese che dice:

 “L’isolamento è un apprendimento, bisogna abitare il tempo, viverlo nell’istante e non permettere che fluisca in modo informe”, ha spiegato un monaco di Saint Wandrille.

Nella vita dei religiosi è piuttosto facile implementare tutto questo con l’aiuto di una vita caratterizzata dal ritmo dei propri impegni. “Dio è nell’istante presente, anche in tempi di crisi!”. Ciononostante l’isolamento pesa, per questo bisogna imparare a vivere intensamente il momento presente, in modo costruttivo, senza  sprecare il tempo.

Il mondo di Facebook, Twitter e Instagram, internet, possono diventare luoghi dove tanti di noi sprecano il proprio tempo.

“La libertà interiore può essere sterminata per la vacuità di Internet come anche per l’assenza di disciplina”.

Bisogna quindi stabilire una gerarchia stabilendo cos’è importante e non sviandosi con quello che ci allontana da questo.

L’uomo deve continuare ad essere padrone di sé, accettare la sua debolezza, ma anche dominarsi.

“Il Rosario in diretta con il Papa sulla pagina web del Vaticano non è tempo perso! Ma sono 30 minuti, non tre ore aggiornando la pagina di Twitter…”.

Il rapporto con il tempo è la vera sfida di questo isolamento – trovare una disciplina, dividendo il tempo in anticipo per dare ritmo alla giornata…

“Questo isolamento può essere un’opportunità per fare le cose in un altro modo, per ripensare alle priorità della vita” e porsi domande pertinenti, come “Quali abitudini ho, e quali potrei acquisire ora?”

L’altra necessità sottolineata da questo isolamento è che le persone siano in comunione. “L’isolamento influisce il nostro desiderio di sociabilità, un desiderio che va coltivato”.

Ancora una volta, niente vale più del contatto umano, anche in questo momento. Ne sono prova le tante iniziative creative tra vicini e fedeli.

Conviene infine sapere che anche gli eremiti si impongono una disciplina diaria, e per quanto riguarda la comunione con gli altri la vivono attraverso l’unione mediante la preghiera.

Il segreto è questo: vivere in comunione con gli altri, per quanto possano essere lontani. E anche pensare a chi vive “la doppia pena”, come i senzatetto. “Non trascuriamo mai la forza della preghiera e la comunione con i santi”, ha concluso il monaco francese.

Come comunità del generalato abbiamo scelto di rafforzare la preghiera per l’umanità ferita e provata e sostenere coloro che in prima linea lavorano negli e per gli ospedali e in tutti gli altri luoghi pubblici.

Molti sono stati i momenti vissuti insieme alla Comunità Mater Divini Amoris soprattutto quelli dedicati alla preghiera e agli incontri fraterni.

Ogni giorno il contatto con le consorelle sparse nel mondo e le notizie pervenute da diversi luoghi sono stati oggetto di preghiera e di impegno caritativo.

Molto positiva è stata la preparazione del sacchetto/pranzo preparato per circa 40 fratelli bisognosi in collaborazione con la Comunità di Sant’Egidio.

Tutti piccoli gesti, ma fatti con grande amore e dedizione.

Preghiera, lettura, meditazione, riflessione, ascolto, condivisione e attenzione all’altro sono il regalo che ognuna di noi ha fatto alle sorelle vicine e a quelle lontane.

Il Signore della Vita ci aiuti a vivere bene questo tempo presente e ci illumini nel preparare quello futuro.

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