Sintonia Spirituale fra San Vincenzo e Papa Francesco

a cura di paolo (0 commenti)

Più volte mi sono soffermata a notare la“sintonia” che c’è tra Papa Francesco e San Vincenzo Pallotti. Più passa il tempo e più colgo queste “perle preziose” di grande carica spirituale che ci spingono a lodare il Signore che continua a scegliere pastori con il cuore di “padre” e con il “profumo delle pecore”.

Presento due espressioni: la richiesta di preghiera e la gioia.

1. Richiesta di Preghiera
Fin dalla sera del 13 marzo 2013 Papa Francesco chiede di pregare per lui, per i bisogni della Chiesa e da allora termina tutti gli incontri con l’espressione: “pregate per me”.

«Adesso incominciamo questo cammino, vescovo e popolo, un cammino di fratellanza, di amore, di fiducia tra noi. Preghiamo sempre per noi, l'uno per l'altro, per tutto il mondo, perché ci sia una grande fratellanza. Vi auguro che questo cammino di Chiesa che oggi cominciamo sia fruttuoso per l'evangelizzazione di questa bella città. Vi chiedo un favore: prima che il vescovo benedica il popolo, vi chiedo che voi pregate il Signore perché mi benedica. In silenzio fate questa preghiera di voi su di me". Dopo la benedizione Urbi et Orbi, si è accomiatato: "Pregate per me, ci vediamo presto, domani voglio andare a pregare la Madonna perché custodisca tutta Roma. Buon riposo".

Allo stesso modo tutte le lettere di San Vincenzo terminano sempre con il “preghi per me”.

Es. Nella Lettera a Suor Giacinta Maria, 23 maggio 1848, tra l’altro così scrive:
“Operi in tutto con la diffidenza di sé, con la fiducia in Dio per il fine della maggiore gloria di Dio e vantaggio della anima sua, con santa tranquillità, pace, e senza turbamento, e apprensione.

Preghi per me, bisognosissimo della divina Misericordia”.
E in un’altra termina con: “La saluto in Dio: tutte le Benedizioni del Paradiso: preghi per me;
e per altre persone e con distinta stima mi rassegno di V.Mtà”.
A Suor Geltrude:“Preghi, preghi, e faccia pregare per me, e per qualche Opera pia molto perseguitata. La Grazia, la Pace, la Misericordia, la Comunicazione dello Spirito Santo, con tutte le Benedizioni del Paradiso, siano sempre con noi, e con tutti”

2. La gioia

Le “lettere” per i consacrati e le consacrate, preparate dalla Congregazione per gli Istituti di vita consacrata e le Società di vita apostolica, uscite nell’Anno della vita Consacrata e tratte dal“Magistero di Papa Francesco”, vengono presentate, con la parola “Gioia”:
“Sempre in cammino con quella virtù che è una virtù pellegrina: la gioia!”

« Volevo dirvi una parola e la parola è gioia. Sempre dove sono i consacrati, sempre c’è gioia! »
“Sempre in cammino con quella virtù che è una virtù pellegrina: la gioia!”
Siate gioiose, perché è bello seguire Gesù, è bello diventare icona vivente della Madonna e della nostra Santa Madre Chiesa gerarchica”.
“Svegliate il mondo. Siate testimoni di un modo diverso di vivere, di fare,di agire”

Ed ancora l’Esortazione Apostolica Evangelii Gaudium è un inno alla gioia. Inizia così:

1. “La gioia del Vangelo riempie il cuore e la vita intera di coloro che si incontrano con Gesù. Coloro che si lasciano salvare da Lui sono liberati dal peccato, dalla tristezza, dal vuoto interiore, dall’isolamento. Con Gesù Cristo sempre nasce e rinasce la gioia. In questa Esortazione desidero indirizzarmi ai fedeli cristiani, per invitarli a una nuova tappa evangelizzatrice marcata da questa gioia e indicare vie per il cammino della Chiesa nei prossimi anni”.

Questo ci ricorda l’espressione di San Vincenzo:
“L’Unione come “tromba Evangelica”
non solo annuncia la fede e propaga la carità, ma continua a ripetere l’appello per convocare il più grande numero possibile di persone che in nome di Gesù Cristo annunciano il Vangelo e l’amore del Padre.(Appello di maggio, 1835)

Ai suoi primi compagni raccomanda:
“Se manca la pace interiore, poche anime porteranno a Dio, giacché dal loro tratto pochi si innamoreranno della sequela di Gesù. Al contrario, se si mostreranno ilari e in santa allegrezza, faranno intendere che il servire Dio, il seguire Gesù forma la vita della vera allegrezza” (OO CC 2,164)
“L’ilarità santa e l’allegrezza spirituale….è uno dei preziosi frutti dei doni dello Spirito Santo, e perciò uno dei distintivi caratteri dei veri servi del Signore”(Reg 442)

“La casa di Nazarethera quella che fra tutte si distingueva per la santa ilarità e la spirituale allegrezza” (OO CC 2, 162)
“L’Ilarità e l’Allegrezza spirituale devono risplendere nei SS. Ritiri della Congregazione” (OOCC, 164)

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