Messaggio della Madre Ivete – Luglio 2017

a cura di paolo (0 commenti)

In questa breve riflessione vorrei condividere dei brani della Scrittura che mi hanno particolarmente colpito in questi ultimi giorni.

            Nel libro della Genesi troviamo una bellissima espressione di fede di quando Giuseppe si rivela ai suoi fratelli. Dice: “Avvicinatevi a me”. Si avvicinarono e disse loro: “Io sono Giuseppe il vostro fratello, che voi avete venduto per l’Egitto. Ma ora non vi rattristate e non vi crucciate per avermi venduto quaggiù, perché Dio mi ha mandato qui prima di voi per conservarvi in vita”(Gn 45, 4-5). Le parole di Giuseppe ci fanno capire che la fede non ci toglie i problemi, le avversità, ma ci aiuta a vedere gli avvenimenti con occhi diversi. Ci aiuta a estrarre il bene dagli avvenimenti, apparentemente, negativi.

            Di fronte alla sofferenza, alle difficoltà o alle catastrofe, molto frequentemente ci facciamo  la domanda: Perché Dio lo ha permesso? Però, la persona di fede dovrebbe farsi una domanda diversa:Che cosa Dio mi vuole comunicare, insegnare in questa situazione? Questo è stato il ragionamento di Giuseppe, che ha saputo leggere nella fede gli avvenimenti. Riconosce che l’azione dei fratelli nel venderlo agli egiziani,è stata conseguenza della loro gelosia edella loro incomprensione, ma alla luce della fede percepisce che tale azione è diventata salvezza per loro stessi e per tutta la famiglia.

            Anche noi siamo chiamati a guardare la vita con occhi di fede, cioè, cercare di scoprire le manifestazione, gli insegnamenti di Dio nelle realtà in cui viviamo. Quando ci mettiamo al centro di un problema, con la nostra mente offuscata, non riusciamo a vedere niente più che noi stessi, il nostro orgoglio ferito, il nostro egocentrismo. Se guardiamo con gli occhi della fede, con gli occhi di Dio, scopriamo che Dio ricava il bene da ciò che per noi sembra un male.

Per illuminare e crescere nella vita di fede, Dio ci ha lasciato un eccellente dono: la sua Parola. Accogliendo e meditando, ogni giorno, questa Parola troviamo le motivazioni per vivere bene la vita cristiana che abbiamo ricevuto nel Battesimo.

            Nel Vangelo di Mt. 13, 1-9 abbiamo degli insegnamenti saggi che ci aiutano a verificare come prepariamo il terreno, nel nostro cuore, per accogliere la Parola. Gesù, il seminatore, non risparmia, getta la semente della sua Parola su ogni tipo di terreno che produrrà più o meno frutto a seconda del terreno su cui è caduto.

            La parabola presenta quattro tipi di terreno, ma soltanto il quarto è quello buono, capace di portare frutti. Questo brano del Vangelo ci ricorda che noi siamo il terreno dove il Signore getta instancabilmente il seme della sua parola e del suo amore. Con quali disposizioni lo accogliamo? Come è il nostro cuore: una strada, una pietraia o un roveto? Lasciamoci interrogare, perché l’interrogazione ci fa intraprendere un processo di discernimento per scegliere come dobbiamo vivere per seguire con fedeltà le vie del Signore.

            Non dobbiamo avere paura, abbiamo Maria che per prima ha saputo accogliere, meditare e contemplare ogni avvenimento nella certezza che Dio vuole il bene di ogni sua creatura. Affidiamoci a Lei per raggiungere tutto ciò che di buono desideriamo nel nostro cuore.

Ascoltiamo cosa ci dice San Vincenzo Pallotti: “Dobbiamo risvegliaresempre più in noi ... una più viva fiducia nella potente intercessione di una così augusta Madre e come suoi figli, per consolarla sempre più,ci dobbiamo sforzare di essere simili al suo Figlio,Gesù, nostro fratello primogenito.”(OOCC III, 78-79)

 

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