16 Maggio 2016

a cura di paolo (0 commenti)

198 ANNI FA IL GIOVANE VINCENZO FU ORDINATO SACERDOTE

Mi chiedo: come ha potuto, un giovane di solo 23 anni, consacrarsi a Dio e diventare suo apostolo in una Roma tormentata da rivolte sociali e morali?

Questo giovane è Vincenzo Pallotti.

Son Passati 198 anni da quando, nella Basilica lateranense, fu ordinato sacerdote.
Dal libro – DAL NULLA AL TUTTO - di Padre Amoroso, leggiamo che Vincenzo alla vigilia della sua ordinazione così scrive:
“Voi, o mio Dio, che mi avete amato e mi avete attirato a voi, guidatemi in ogni mio pensiero, parola e azione”.
Poi la preghiera assume un largo respiro corale:

“Dio mio, sebbene io sia innanzi a voi la stessa indegnità, insieme a tutta la Corte Celeste, al Divin Redentore e a tutte le creature, vi offro il sangue preziosissimo di Gesù Cristo, la sua vita santissima e i suoi meriti infiniti, in sconto dei miei peccati e di quelli di tutto il mondo, per riparare a tutto il male fatto da me e da tutto il mondo, per impedire tutto il male futuro, per compensare tutto il bene omesso da me e da tutti, per realizzare, in me e in tutti, la vita perfetta di Gesù Cristo, per vivere la vita dell’amor di Dio” (X,136)

Il 16 maggio 1818, in San Giovanni in Laterano, Vincenzo divenne sacerdote.

“Ci par di vederlo tornare a casa tutto raccolto in se stesso, cieco e sordo al mondo che lo circonda, chiudersi nella sua camera, cadere in ginocchio e pregare:

<<Se il baciare con somma riverenza il terreno, sul quale ha camminato un sacerdote, mi fosse concesso, come premio d’infinite opere buone, penso che tali opere mi sarebbero ricompensate in una maniera veramente grande.
Che cosa dovrei dire, se mi fosse concesso di baciargli la mano?

E che cosa dirò al pensiero che la dignità infinita del nostro più che innamoratissimo Padre Iddio si è degnata, in maniera ammirabile, di elevare me al sublimissimo grado sacerdotale?

Oh Dio, io non capisco niente!
Silenzio silenzio, umiltà, niente, tutto, tutto>> (X,147-148).

Scrive ancora P. Amoroso nel suo libro, “Dal nulla al Tutto”, che i segni esterni della sua carica interiore, nella celebrazione della messa, erano evidenti; alcuni lo videro fiammeggiare in volto, altri sollevato sulla predella, altri incantato con gli occhi fissi sull’Ostia consacrata, altri notarono una speciale dolcezza di voce nella lettura del Vangelo, altri sentirono una particolare umiltà al suo ”Signore, io non sono degno”, detto anche quattro volte.

E quanto la dignità sacerdotale riempisse la sua anima è dimostrato dal Mese di Maggio per gli ecclesiastici, le cui meditazioni hanno tutte, come tema, la dignità del sacerdote.

Credo che da parte di noi, suoi figli e figlie spirituali, è doveroso innalzare a Dio il nostro ringraziamento per il dono di averlo avuto come Fondatore e Padre.

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