Domenica 15 Dicembre 3za Domenica di Avvento

a cura di paolo (0 commenti)


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Commento al Vangelo del 15 dicembre 2019 -
Terza Domenica del Tempo di Avvento
(anno A)

LETTURE:
Is 35,1-6a. 8a.10; Sal 145; Gc 5,7-10; Mt 11,2-11

Questa terza Domenica di Avvento è tutta particolare;
c’è un cambio di colore che ci fa capire che stiamo per avvicinarci…

Quando dico cambio di colore potremmo essere portati a pensare alle nostre strade e alle vetrine dei negozi, alle città tutte illuminate…

No, decisamente non pensavo per niente a quei colori;
colori e luci che, come tutti gli anni, poi passeranno e tutto ritornerà come prima.

Stavo pensando al nostro tempo di Avvento, alla nostra attesa della venuta di Gesù nei nostri cuori.
I Vescovi, i sacerdoti, i diaconi, Domenica indosseranno delle vesti liturgiche di colore rosa!

Questa Domenica viene chiamata la Domenica della Gioia;
per questo i celebranti possono indossare degli abiti di colore rosa (capita solo due volte all’anno) Perché?

Chiediamolo al Vangelo!

“In quel tempo, Giovanni, che era in carcere, avendo sentito parlare delle opere del Cristo, mandò
a dirgli per mezzo dei suoi discepoli: «Sei tu colui che deve venire o dobbiamo attenderne un altro?”.

Giovanni il Battista, nonostante fosse un profeta di Dio non è sicuro se Gesù, di cui aveva sentito parlare tanto bene, fosse il Figlio di Dio che lui stesso preannunciava!

Bella questa situazione, vero?

Sapete, Giovanni si pone una domanda importante anche per noi oggi…
E’ importante saper riconoscere Gesù che viene nelle nostre cose quotidiane…

A volte possiamo sbagliare perché, per capire chi è Cristo, non possiamo chiederlo a noi stessi o alle vetrine dei negozi illuminate per Natale… Potremmo, anche senza volerlo, ingannarci.

E a chi mai potremmo chiedere se Colui che viene è il Figlio di Dio?

Una domanda complicata che ha una risposta semplice:
Per riconoscere Gesù che viene possiamo chiedere informazioni a Gesù!
Sembra un gioco di parole ma non lo è.

Infatti Giovanni manda i suoi discepoli proprio da Gesù per capire se era Lui il Messia.
Sapete, Gesù dà ai discepoli di Giovanni una risposta molto precisa:
“Andate e riferite a Giovanni ciò che voi udite e vedete: I ciechi ricuperano la vista, gli storpi camminano, i lebbrosi sono guariti, i sordi riacquistano l'udito, i morti risuscitano, ai poveri è predicata la buona novella, e beato colui che non si scandalizza di me”

E’ una risposta piena di gioia;
di situazioni tristi che si trasformano in eventi di felicità.

Quando viene Gesù e noi lo accogliamo nei nostri cuori, ogni situazione brutta si trasforma e cambia in un fatto di gioia, di vita.
Ecco, per capire se noi accogliamo veramente Gesù dobbiamo guardare dentro ai nostri cuori.
Quando abbiamo Gesù in noi anche la sofferenza ci riempie il cuore di pace;
quando abbiamo Gesù in noi quello che è nostro lo condividiamo con il prossimo;
quando abbiamo Gesù in noi il nostro compagno di scuola antipatico diventa il nostro amico del cuore;
quando abbiamo Gesù in noi tutta la vita diventa un dono meraviglioso da rispettare…

La scuola è un dono di Dio;
la famiglia è un dono di Dio;
i fratelli sono un dono di Dio;
il parroco è un dono di Dio;
il nostro corpo è un dono di Dio;
la natura è un dono di Dio…

Tutto ma proprio tutto, quando accogliamo Cristo nella nostra vita, diventa un dono meraviglioso.
Ma ci sono delle situazioni in cui possiamo dimenticare Dio e pensare che la vita è qualcosa di nostro, che ci appartiene, che dobbiamo pensare solo ai nostri bisogni.

Il mondo continuamente ci dice che dobbiamo pensare solo a noi stessi.
All’inizio, quando diventiamo egoisti, ci sembra che sia giusto comportarci così.

Poi ci rendiamo conto che intorno a noi creiamo solo tristezza e inimicizia:

diciamo di aspettare Gesù ma in realtà, con i nostri comportamenti, lo allontaniamo da noi.
Cari ragazzi, il Natale che sta per arrivare è un evento di gioia.
Una gioia che non viene dalle cose materiali che ci circondano ma è una Gioia che ci viene
dall’accogliere Dio in noi…
Terza Domenica di Avvento:
Gesù è alla porta del nostro cuore e bussa;
bussa con la mano del nostro prossimo…

Da Narrare la fede ai figli - di Michele Cuttano Diacono

 

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