Che la porta non si chiuda, il tempo della Misericordia non è finito

Immaginiamo che l’intenzione di Papa Francesco nell’indire questo tempo straordinario della misericordia sia stata quella di spalancare una porta che rimanga aperta, inaugurando una nuova stagione per la Chiesa con un riflesso sul resto del mondo. Non per nulla aveva scelto per l’apertura dell’anno giubilare una data carica di significato: l’8 dicembre, cinquantesimo anniversario della conclusione del Concilio Vaticano II. 

Con questo evento, per la Chiesa – scriveva Papa Francesco nella Bolla di indizione - «iniziava un nuovo percorso della sua storia. I Padri radunati nel Concilio avevano percepito forte, come un vero soffio dello Spirito, l’esigenza di parlare di Dio agli uomini del loro tempo in un modo più comprensibile. 

Abbattute le muraglie che per troppo tempo avevano rinchiuso la Chiesa in una cittadella privilegiata, era giunto il tempo di annunciare il Vangelo in modo nuovo. Una nuova tappa dell’evangelizzazione di sempre. Un nuovo impegno per tutti i cristiani per testimoniare con più entusiasmo e convinzione la loro fede. La Chiesa sentiva la responsabilità di essere nel mondo il segno vivo dell’amore del Padre» (MisericordiaeVultus4). 

Questo è lo spirito che ci deve animare mentre simbolicamente viene chiusa la Porta Santa. Il tempo della misericordia non è finito; dobbiamo tenere aperta la porta della misericordia: è una responsabilità grande, come Chiesa, come cristiani, nei confronti del mondo, soprattutto in questo momento così tormentato della storia, perché, come ha ricordato Papa Francesco, «Solo l’amore riempie i vuoti, le voragini negative che il male apre nel cuore e nella storia. Solo l’amore può fare questo» (Angelus 15.09.2013). 

Misericordia non vuol dire chiudere un occhio sul male, ma avere la certezza che una via di redenzione c’è. Di questo siamo chiamati ad essere testimoni. Tenere aperta la porta della misericordia è aprirci ad una grande sorgente di speranza per il mondo. Ce n’è un immenso bisogno. E continuare ad avere speranza richiede un grande coraggio in questo tempo che ci obbliga a spogliarci di ogni presunta sicurezza, a sbarazzarci di ogni puntello, per contare su Colui che ha in mano le redini della storia. Proprio per questo è un tempo bello ed estremamente sfidante. 

Se vogliamo bene al mondo, come il Padre misericordioso, non possiamo permetterci di lasciarci vincere dalla rassegnazione; vorrebbe dire essere complici del male. Dobbiamo rimanere sulla breccia anche con la nostra fragilità, accettando il rischio di lasciarci ferire, proprio come ha fatto Dio Padre in Gesù suo Figlio che, per amore dell’umanità, non si è sottratto neppure alla morte facendo scaturire proprio da lì la Vita nuova. Anche questo è missione. 

Anna Maria Menin 

Un futuro di misericordia

Come desidero
che gli anni a venire
siano intrisi di misericordia
per andare incontro
ad ogni persona
portando la bontà
e la tenerezza di Dio! 

A tutti,
credenti e lontani,
possa giungere
il balsamo della misericordia
come segno
del Regno di Dio
già presente in mezzo a noi. 

Papa Francesco (MisericordiaeVultus5)

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